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PADOVA - Terremoto in Croce Verde: il bilancio consuntivo 2022 è stato clamorosamente bocciato dall’assemblea dei soci con 58 voti contrari, 14 astenuti e solo 5 a favore. «Il revisore dei conti Ruggero Bellato ha di fatto invitato i soci a non approvarlo e così è stato» ha commentato il presidente dell’assemblea, ed ex presidente dell’opera Pia prima dell’attuale Andrea Franco, Carlo Bermone. Di fatto, l’attuale Cda è stato sfiduciato, anche se, in realtà, l’organismo sta andando a rinnovo proprio in queste ore, con le urne aperte ieri e oggi. Diciannove i candidati, ma a insidiare la posizione dell’uscente Franco ci sarebbero Devid Schiavo, Elisabetta Macchia e Marco Frizzarin in pole position.
LA SITUAZIONE
Ma perché questo sisma all’interno della Pia opera forte di 110 anni, appena compiuti, di attività a servizio della collettività in termini di soccorso reso in emergenza, servizio di taxi sanitario, trasporto disabili, supporto a manifestazioni sportive e di piazza? Il bilancio, a livello di “carte” sarebbe in pareggio, perché di fatto sono state inserite delle fatture che fanno quadrare i numeri. Ma il revisore dei conti, come ha spiegato Bermone, «ha rilevato che erano state poste in bilancio delle fatture che dovevano essere controbilanciate in una posta di rischio per un milione». Traducendo in parole più povere: il cda (composto da 4 membri eletti dai soci, e uno nominato dal consiglio comunale di Padova, in questo caso Romano Lovison, che è delegato al bilancio) ha inserito delle fatture che dovrebbero essere pagate nel 2023, ma relative al 2022. Non ci sarebbe nulla di male, se non fosse che l’Azienda ospedaliera e l’Ulss 6 hanno già risposto che non pagheranno l’importo richiesto: ovvero un milione per il 2022, più altri 2,6 milioni per il quadriennio 2018-2021. Ma perchè? «Sono fatture intestate a Ulss e Azienda ospedaliera che devono pagare i servizi svolti da Croce Verde - continua Bermone - ma queste fatture contengono un adeguamento dei prezzi che non era stato concordato con loro. Motivo per cui Ulss e Azienda hanno già annunciato che non pagheranno, e per questo il revisore ha posto queste fatture come non incassabili, in quanto già respinte».
LE RISPOSTE
D’altro canto questo adeguamento pare non arriverà, stando alle dichiarazioni di Ulss e Azienda. «È vero che c’è uno scambio di corrispondenza tra le parti - evidenzia la prima in una nota - La Croce Verde ha richiesto all’Ulss il riconoscimento di spese che da una prima valutazione non possono essere completamente riconosciute perché la rendicontazione è superiore a quanto contrattualmente previsto. Massima apertura da parte dell’Ulss a trovare un accordo rispetto a quanto addebitato, ammesso che sia giustificato e legittimamente riconoscibile». Versione simile anche dall’Azienda ospedale: «Più volte l’Azienda ha incontrato la Croce Verde. È stata data la disponibilità all’adeguamento Istat come da capitolato di gara. Loro però non hanno mai dato risposta. Altre richieste non sono state adeguatamente documentate. Resta comunque la disponibilità al confronto». La tensione è alta: «C’è molta preoccupazione - evidenzia Bermone - anche perchè una passività ci può anche stare, tra il Covid e gli altri problemi dettati da questo periodo complesso. Certo che prima c’era un attivo di 7mila euro e ora ci troviamo con un passivo potenziale di un milione che potrebbe arrivare anche a 2,6». In ogni caso, secondo voci di corridoio, il motivo del “terremoto” non sarebbe da ricercare in questioni di contabilità ma, semmai, in una radicata rivalità tra i dirigenti. Una competizione fatta di fragili equilibri che periodicamente esplode con violenza, anche a discapito del pregevole lavoro dell’ente e di tutti i suoi volontari, in larghissima parte ignari di tutte queste tensioni.
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