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La Croazia entra nell'euro, dieci anni dopo la sua adesione all'Unione europea. Il Paese balcanico diventa così il ventesimo Stato ad adottare la moneta comune, dopo Lituania (2015), Lettonia (2014) ed Estonia (2011). «È la dimostrazione che l'euro è una valuta attraente che porta stabilità ai suoi membri», ha sottolineato la presidente della Bce Christine Lagarde. «Un giorno di festa e di orgoglio per i croati, ma anche per tutti i cittadini dell'Europa», ha commentato la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, che per l'occasione si è recata al confine croato-sloveno, dove ora non servono più controlli per transitare.
IL MERCATO
La Croazia da ieri è infatti entrata a far parte anche di Schengen, l'area che comprende 23 Stati europei - 23 Paesi dell'Unione più Islanda, Norvegia, Svizzera e Liechtenstein - dove sono stati aboliti i confini interni.
KUNE ADDIO
Dopo neanche 18 anni i croati salutano dunque la kuna, la moneta introdotta nel Paese solo nel 1994 (e da subito agganciata al marco tedesco), dopo il dinaro croato che subentrò nel 1991 al dinaro jugoslavo. Dal 5 settembre scorso i prezzi nel Paese sono già riportati sia in euro che in kune, e lo saranno fino alla fine del prossimo anno. Per i pagamenti in contanti il periodo di transizione durerà fino al 14 gennaio 2023. Il tasso di conversione è stato fissato a 7,53450 kune croate per 1 euro, con il divieto di aumentare i prezzi con il pretesto del passaggio all'euro.
CONTROLLI ALLE FRONTIERE
Nella notte di Capodanno al valico di Bregana-Breice, sull'autostrada Zagabria-Lubiana, il ministro degli Interni croato, Davor Bozinovi, ha simbolicamente premuto per l'ultima volta il pulsante per alzare la rampa e lasciar passare le prime automobili senza controlli. «Abbiamo aperto le porte all'Europa senza frontiere e definitivamente affermato la nostra identità europea per la quale si sono battute generazioni di croati», ha osservato il ministro. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino