Malata di tumore a soli 28 anni, la sposa al Cro poco prima di morire

L'annuncio di matrimonio dei due giovani
PORDENONE - «Grazie Cro, mi hai regalato l'ultima gioia della mia vita». Francesco La Spina, catanese di 31 anni,...

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PORDENONE - «Grazie Cro, mi hai regalato l'ultima gioia della mia vita».


Francesco La Spina, catanese di 31 anni, sceglie di raccontare solo oggi, a un anno di distanza, la sua storia. Troppo scontato definirla «strappalacrime», perché dentro quello che ha vissuto un uomo così giovane ci sono amore e dolore, una grande perdita, ma anche un ultimo enorme sorriso, regalatogli dallo staff dell'Area Giovani del Cro, diretto da Maurizio Mascarin.

E oggi Francesco, dalla Germania dove lavora, ha scelto di ringraziare pubblicamente chi ha permesso a lui e alla sua compagna di diventare marito e moglie. Solamente che oggi Paola Guerrieri non c'è più. La malattia se l'è portata via a febbraio, a soli 28 anni. Infinitamente troppo presto. Ma prima di andarsene Paola aveva espresso un desiderio: sposare il suo Francesco, con il quale aveva condiviso il viaggio della speranza dalla Sicilia ad Aviano.

«Oggi - racconta Francesco La Spina - ricorre l'anniversario del mio matrimonio. Un anno fa, infatti, grazie al grande cuore dello staff del Cro, io e Paola ci siamo potuti sposare. Si era operata a settembre, ma l'aggravarsi delle sue condizioni mi avevano convinto. Dovevo sposarla, era il nostro sogno. Allora ho chiesto alla caposala di farci sposare in un weekend. Ho avvisato Sandra Menegoz (la caposala, appunto ndr) il sabato e ci siamo sposati in municipio ad Aviano il lunedì successivo. Tutto questo è stato possibile solo grazie alla sensibilità di un reparto fantastico e di gente d'oro. I testimoni li abbiamo trovati ad Aviano, in due giorni, e quella che sarebbe diventata mia moglie è stata aiutata ad alzarsi dal letto per poter arrivare in Municipio. Da quel giorno non avrebbe più camminato. Siete riusciti a regalarci un giorno divino - ha poi scritto Francesco La Spina, facendoci dimenticare il motivo per cui fossimo lì. Io non so se mai potrò ringraziare la direzione del Cro, il Comune di Aviano e tutti coloro che ci sono stati accanto».


«Ci siamo riusciti tutti - ricorda invece Sandra Menegoz -: i miei infermieri, i miei operatori sanitari, i medici, gli amici. Ma soprattutto ce l'hanno fatta loro, Francesco e Paola». In quel giorno di un anno fa si sono sposati, mettendoci un millesimo del tempo impiegato dalle coppie «normali» per decidere dove, come e con quanti soldi a disposizione dirsi sì. Francesco e Paola non avevano tutto quel tempo. Ne avevano pochissimo, perché di lì a poco la malattia e la morte avrebbero vinto la loro battaglia con Paola. Ma non prima di aver visto una ragazza sposarsi e riderle in faccia. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino