Buoni spesa per chi va al lavoro in bici, una App conterà i chilometri: «Anche 500 euro all'anno»

Buoni spesa per chi va al lavoro in bici, una App conterà i chilometri: «Anche 500 euro all'anno»
TREVISO - Buoni spesa per i dipendenti che sceglieranno di lasciare a casa l’auto e percorrere in bicicletta, a pedalata normale o assistita che sia, oppure col monopattino...

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TREVISO - Buoni spesa per i dipendenti che sceglieranno di lasciare a casa l’auto e percorrere in bicicletta, a pedalata normale o assistita che sia, oppure col monopattino (compresi quelli elettrici) il percorso casa-lavoro. Eccola qui la “rivoluzione” pensata dai 20 sindaci dell’Ipa (Intesa programmatica d’Area) Marca Trevigiana, battezzata “Bike to work”, per iniziare a risolvere il problema del traffico, per ridurre l’inquinamento ambientale e per incentivare la mobilità lenta. Nobili obiettivi per una proposta che, contrariamente ad altri visti in passato, parte già da basi più che concrete.

 
IL QUADRO
«Possiamo definirla una svolta: non si paga per andare in bicicletta, ma si viene pagati». Federico Capraro, presidente dell’Ascom trevigiana, sintetizza il nuovo progetto con parole efficaci. La base è un accordo tra amministrazioni comunali e privati per incentivare l’uso della bicicletta. I 18 comuni dell’Ipa - Treviso, Breda, Carbonera, Casale, Casier, Mogliano, Monastier, Morgano, Paese, Ponzano, Povegliano, Preganziol, Quinto, Roncade, San Biagio, Silea, Spresiano e Villorba - hanno creato un fondo di 105mila euro formato da una quota di 20 centesimi pero ogni residente più 45mila euro prelevati dalle risorse dell’Ipa. Questa la base di partenza. L’accordo è aperto alle aziende del territorio e ai loro dipendenti. Chi accetta di raggiungere il posto di lavoro in bicicletta potrà utilizzare un’App da scaricare sul telefonino che conterà, e validerà, i chilometri percorsi lungo il tragitto casa-azienda o ufficio e li trasformerà in buoni da 10 euro (fino a un massimo di 500 euro l’anno) da spendere in negozi di prossimità convenzionati. E non a caso alla presentazione ufficiale del progetto, oltre ai 18 sindaci, c’erano anche Ascom, Coldiretti e tutte le associazioni di categoria oltre alla Camera di Commercio. 


L’ANALISI


«Vogliamo incentivare la mobilità lenta - conferma il vicesindaco trevigiano Andrea De Checchi - coinvolgendo anche le aziende e i loro dipendenti. Operazione dai molteplici benefici sia dal punto di vista della salute, che da quello dell’ambiente». De Checchi non dimentica poi che il concetto di “mobilità lenta” è il cardine attorno cui ruota il Pums (Piano urbano mobilità sostenibile), annunciato da mesi e che stravolgerà la viabilità cittadina e il sistema dei parcheggi: «I dati del Pums - ricorda De Checchi - ci dicono che il 30% del traffico che si riversa nel Put è formato da automobilisti che percorrono massimo 5 chilometri. Un tragitto del genere può benissimo essere coperto con mezzi alternativi, come la bicicletta. E togliere il 30% di auto significa risolvere molti dei nostri problemi». Le belle intenzioni però si schiantano contro un fatto: una rete di piste ciclabili ancora carente. «Non sono così d’accordo che sia così carente - precisa De Checchi - ma è vero che il tema delle infrastrutture appartiene alle politiche dei singoli comuni. Di sicuro sono già programmati degli investimenti». Stefano Mestriner, vicesindaco di Preganziol, precisa: «È stato progettato un masterplan di piste ciclabili nel territorio di tutti i 18 comuni che prevede investimenti per circa 70 milioni di euro. Parte dei finanziamenti arriveranno dal Pnrr e quindi i progetti dovranno essere realizzati entro la metà del 2026». All’iniziativa è interessata anche la Fiab (Federazione italiana amici della bicicletta) che, con la presidente provinciale Susanna Maggioni, avanza tre proposte: «Servono modifiche al codice della strada per aumentare le tutele per i ciclisti; le aziende che favoriscono il Bike Work dovrebbero usufruire di appositi servizi e ai dipendenti diciamo che in bici si può andare tutto l’anno e che non esiste il brutto tempo ma solo brutti equipaggiamenti». E sempre sulla linea green Alessandro Manera, assessore all’Ambiente di Treviso, indica la prossima sfida: «Dopo biciclette e verde per i comuni dobbiamo aumentare il numero della comunità energetiche».

 

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Il Gazzettino