La crisi picchia duro, è emergenza casa: sul Livenza 165 persone rischiano di perderla. Tredici sono minorenni

Il municipio di Sacile
Il problema dell’alloggio nei territori dei sette Comuni di competenza del Servizio sociale Livenza Cansiglio Cavallo (Sacile come Comune capofila, Aviano Brugnera, Budoia,...

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Il problema dell’alloggio nei territori dei sette Comuni di competenza del Servizio sociale Livenza Cansiglio Cavallo (Sacile come Comune capofila, Aviano Brugnera, Budoia, Caneva, Fontanafredda e Polcenigo) è stato al centro di un intervento del sindaco Carlo Spagnol, presidente dell’assemblea dei sindaci, che ha fatto il punto sulle necessità in questo ambito.


La questione dell’alloggio, secondo i dati forniti dal primo cittadino, riguarda complessivamente 165 persone, delle quali il 30 per cento residenti a Sacile, appartenenti a nove nuclei familiari che vivono in situazione di fortuna, e altre 43 persone a rischio di perdita dell’alloggio, fra i quali 13 minori.


IL CASO RONCHE


I numeri riportano all’attualità l’annoso problema dei tre alloggi comunali di Ronche. A ricordarlo è l’ex consigliera comunale e rappresentante della lista civica Sacile partecipata e sostenibile, Rossana Casadio, che già nell’aprile del 2021 aveva segnalato la situazione di Sacile, evidenziando lo stato di abbandono dei tre alloggi comunali di Ronche e sollecitando l’amministrazione comunale a prendere in considerazione la loro sistemazione per un utilizzo.
«Purtroppo - evidenzia - la situazione è rimasta invariata, e i tre alloggi comunali sono sempre inutilizzati, mentre crisi e difficoltà che avanzano fanno lievitare le situazioni di disagio, soprattutto per gli anziani».
Casadio aggiunge che «non ci prepariamo mai in tempo» e prosegue ricordando di aver lanciato già in passato l’appello per il recupero «almeno di quelle due unità, visto che forse possono venire in aiuto l’Ecobonus o il Sismabonus» e aggiungendo che in ogni caso non si tratterebbe di un grosso intervento.
Per Casadio, il fatto stesso di avere un patrimonio immobiliare comunale che è stato lasciato andare al tempo e incuria e che infine viene svenduto è una cosa triste che contraddistingue in particolare il nostro Paese.


L’ECOBONUS


«Per quanto riguarda i nostri amministratori - aggiunge Casadio -, pare che l’edilizia pubblica sia l’ultimo dei pensieri, quasi una vergogna, e che nelle città sia lecito crescere solo a condomini e complessi residenziali privati».
Intanto, rileva la Casadio, molti Comuni si sono organizzati insieme agli enti gestori di edilizia popolare per ricorrere all’Ecobonus e per porre in questo modo mano agli edifici di alloggi popolari decisamente datati e sicuramente anche insani. 


Qui l’interrogativo che l’ex consigliera comunale lancia alla amministrazione comunale guidata dal sindaco Spagnol, chiedendo «se abbia intenzione di muovere almeno un dito in questa direzione. Non siamo a Bolzano - conclude Casadio -, dove si mette mano da decenni all’edilizia pubblica, comprendendo bene che questo significa anche risparmio di spese di gestione e pure di spesa sanitaria».

 

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Il Gazzettino