Terremoto nella terra del vino: le aziende non trovano più bottiglie, a rischio la vendemmia 2021

Bottiglie di vino
Il pericolo è concreto, con un allarme che suona proprio nei giorni caldi di Vinitaly, che per i produttori di vino sono come il Natale: le aziende rischiano di non avere...

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Il pericolo è concreto, con un allarme che suona proprio nei giorni caldi di Vinitaly, che per i produttori di vino sono come il Natale: le aziende rischiano di non avere le bottiglie per imbottigliare i prodotti nati dalla vendemmia del 2021. E di perdere clienti, consegne, milioni. E considerando che in Friuli di bottiglie di vino se ne producono circa 486 milioni per un valore che sfiora i 2,5 miliardi di euro, è un bel problema. Cosa sta succedendo nel settore trainante dell’agricoltura d’eccellenza della nostra regione? Una corsa alla bottiglia, perché il mercato si è ristretto per vari fattori e i prezzi sono lievitati. 


LA TESTIMONIANZA


Le aziende friulane che producono vino in Friuli si stanno confrontando proprio nell’arena del Vinitaly. E le frasi sono tutte uguali: si ordina una partita di bottiglie oggi e si viene rimbalzati. «La consegna - raccontano i produttori - è programmata tra tre-sei mesi». I fattori sono molteplici: c’è chi importava da Russia e Ucraina, chi invece dalla Cina. Tutti traffici che a causa di pandemia e guerra si sono interrotti. Il risultato? Un intasamento che impone ai produttori di vetro locali o europei di dilazionare le consegne. «E i prezzi - spiega Ornella Venica (Venica&Venica) - sono cresciuti in pochissimo tempo del 22 per cento. E ci si riferisce in questo caso solamente al vetro. Le bottiglie sono introvabili e quando si riesce a rintracciarle si viene messi per così dire in coda, con attese che superano i tre mesi. I più previdenti hanno programmato le consegne fino alla fine dell’anno. Altrimenti si rischia di non imbottigliare». Quindi di non soddisfare gli ordini dei clienti (e in Friuli Venezia Giulia questi ultimi arrivano letteralmente da tutto il mondo) e di generare “buchi” difficili da gestire. «Da settembre in poi - prosegue ancora Ornella Venica - la situazione è andata peggiorando e anche il mondo del vino è entrato in una condizione di sofferenza». Non c’è solamente il problema del vetro, sottolineato pochi giorni fa su queste pagine anche dal gigante della grappa Nonino. «Siamo costretti a ritardare le consegne anche per altri motivi: ad esempio si fa fatica a trovare il legno per comporre le casse e le cassette - fa sapere ancora Venica- Ci sono difficoltà persino con la filiera della carta, quindi nella realizzazione delle etichette». Sembra poca cosa, ma senza questi elementi una spedizione di vino non può partire. «Senza calcolare i costi energetici, che sono naturalmente aumentati anche per noi». Il problema più importante e impattante, però, è decisamente quello che riguarda la carenza di bottiglie.


LE VETRERIE


La difficoltà nelle forniture di bottiglie, ma anche di altri contenitori necessari al settore agroalimentare, nasce da una serie di cause che si stanno sommando. A una fortissima richiesta di bottiglie e contenitori che - come confermano dalla Vetri Speciali di San Vito al Tagliamento, una delle vetrerie più importanti in regione - era pre-esistente alle attuali tensioni internazionali si sommano gli effetti diretti della guerra. In Ucraina si sono fermate, un paio poiché bombardate, ben quattro grandi vetrerie che fornivano i mercati dell’Europa occidentale. Altre vetrerie hanno rallentato la produzione in Germania per i costi troppo alti dell’energia, soprattutto dopo i super-aumenti seguiti alla guerra. Se allo scenario già assai complicato si aggiunge anche una difficoltà legata all’approvvigionamento delle materie prime si ha la classica tempesta perfetta. Dove, almeno fino a questo momento, le industrie del vetro italiane stanno tenendo. Anche grazie alla fortissima richiesta di prodotto dalle aziende della trasformazione, come le cantine che vedono allungarsi tremendamente i tempi di consegna.

 

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Il Gazzettino