Inchiesta tamponi rapidi. Dei Tos, presidente Scuola Medicina: «Covid, le scelte di sanità pubblica le ha fatte il Cts e Crisanti ne faceva parte»

"Più morti con i test rapidi? Non c'è nessun dato che sostiene questa tesi"

Angelo Paolo Dai Tos interviene sul caso Crisanti
PADOVA - «Mi stupisco del clamore mediatico su questa vicenda, ma in buona sostanza possiamo dire che non c'è nessun dato che sostenga un presunto eccesso della...

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PADOVA - «Mi stupisco del clamore mediatico su questa vicenda, ma in buona sostanza possiamo dire che non c'è nessun dato che sostenga un presunto eccesso della mortalità legato all'uso di tamponi rapidi». Lo sottolinea il professor Angelo Dei Tos, presidente della Scuola di Medicina all'Università di Padova a proposito dello scontro tra il senatore Andrea Crisanti e il presidente del Veneto Luca Zaia. Dei Tos era il coordinatore dei laboratori di analisi dell'Ateneo patavino allo scoppio della pandemia da Covid-19, nell'inverno 2020.

«Bisogna far cessare - ha aggiunto - la narrazione di uno scontro tra una scienza illuminata e una politica che non ascolta. È giusto che i cittadini sappiano che tutte le scelte politiche di sanità pubblica sono state nutrite in Veneto dal Comitato scientifico, del quale faceva parte lo stesso Crisanti assieme a docenti di Padova e Verona. Il tema critico che ha innescato le polemiche è più sottile: Crisanti sostiene che l'aver deciso di utilizzare in certa fase anche i test rapidi abbia determinato un aumento della mortalità. Questo lo aveva formalizzato in un lavoro mai pubblicato, e che due anni dopo, quando è stato pubblicato su 'Nature comunications' non riportava più questo risultato, cancellato probabilmente dalle valutazioni successive» ha sottolineato, aggiungendo che «i dati pubblicati su Lancet e dal Ministero della Salute hanno invece dimostrato che il Veneto in Europa è l'area con minore mortalità da Covid e, fatta eccezione per la provincia di Bolzano, quella che ha fatto più tamponi».

La scelta di ricorrere ai test antigenici in parallelo a quelli molecolari è quindi avvenuta «perché in nessuna parte del mondo - ha ricordato Dei Tos - si è mai riusciti a coprire i bisogni del tamponamento. A Padova e in tutta la regione al massimo riuscivamo a fare 20-25 mila tamponi. E non si trovavano strumenti e reagenti. Siamo stati travolti da una situazione emergenziale nuova, in cui non si riusciva a immaginare cosa fare, nemmeno le aziende. È stata una scelta necessaria, perché ha incrementato in maniera esponenziale la necessità di tamponare la popolazione. La minore specificità dei test rapidi è un fatto unanimemente noto, ma può essere compensata dalla frequenza del tampone. Sono elementi da prendere in considerazione, altrimenti - ha precisato - non ci atteniamo alla realtà dei fatti». Riguardo infine all'indagine padovana che coinvolge il professor Roberto Rigoli e l'ex dg di Azienda Zero, Patrizia Simionato, Dei Tos ricorda che «ha solo lo scopo di verificare la regolarità amministrativa della procedura di affidamento della fornitura dei tamponi. Quel processo non ha nulla a vedere con la riposta alla questione sollevata da Crisanti. Questa ha avuto già risposta da altri scienziati, e la questione - ha concluso - non trova riscontro nei suoi stessi dati».

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Il Gazzettino