Criptovalute Nift, Codacons: «Ancora nessun pagamento. Clienti rassegnati»

L'appello dell'associazione: si apre un'ulteriore finestra di tre mesi per procedere con eventuali altre querele

Criptovalute Nft inchiesta
PORDENONE - Torna alla ribalta il caso della trevigiana New financial technology che, secondo le indagini della Guardia di finanza ora coordinate dalla Procura di Treviso, avrebbe...

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PORDENONE - Torna alla ribalta il caso della trevigiana New financial technology che, secondo le indagini della Guardia di finanza ora coordinate dalla Procura di Treviso, avrebbe truffato circa quattromila persone, bruciando risparmi per oltre 100 milioni nelle criptovalute. Persone cadute nella rete dei facili guadagni, in questo caso rappresentata dalla promessa di rendite mensili del 10%. Ad alzare nuovamente la voce è il Codacons con una nota che fa appello a tutte le porribili vittime del raggiro. «Il Codacons, superata la boa del 21 novembre che doveva essere, a detta di chi fa ancora capo alla Nft, la data in cui si sarebbe concretizzato il rimborso parziale delle somme sparite - scrive l'associazione a tutela dei consumatori - prende atto che per molti investitori in Nft questo, come del resto era largamente prevedibile, non è avvenuto». Una data spartiacque che ha spinto molte persone ad aggiungersi al centinaio che si sono già affidate al Codacons per vedere tutelati i propri diritti. «Si sono rivolte a noi soprattutto dal Veneto e dal Friuli - sottolinea l'avvocato Bruno Barbieri, vice presidente nazionale del Codacons -, ma anche da Torino, Genova, Roma. E ora che hanno capito che la promessa fatta loro attraverso la chat di Instagram non è stata mantenuta, hanno capito che probabilmente i loro risparmi non li rivedranno più e si rivolgono a noi per chiedere una tutela».


IL PERCORSO
Si apre una possibile ulteriore finestra di tempo di tre mesi per depositare le denunce-querele, secondo il Codacons, facendo decorrere il termine dal mancato rispetto dell'ennesima promessa di rimborso delle somme investe in criptovalute. Anche in questo caso si fa notare che qualora la società Nft dovesse provvedere al rimborso le denunce potranno essere sempre ritirate. Nel frattempo è sempre attiva sul sito nazionale del Codacons la finestra dedicata alla vicenda Nft (https://codacons.it/caso-new-financial-technology-risparmiatori/) con le istruzioni per aderire alle iniziative legali. Per fissare incontri di persona o tramite collegamento web e concordare luogo, data ed ora degli stessi, le persone interessate possono chiamare anche il numero verde 800 050800.


LE INDAGINI


Le indagini sono partite lo scorso luglio quando nella caserma della Guardia di finanza di Pordenone è arrivata la prima delle querele da Portogruaro. La New Financial Technology, con sede legale a Silea poi spostata a Londra, prometteva interessi mensili del 10% delle somme investite ma che, secondo gli inquirenti, avrebbe finito per bruciare più di 100 milioni di euro. Durante le perquisizioni era emerso che la maggior parte della documentazione relativa a società e clienti è sparita. Ma le perquisizioni informatiche a computer, tablet, chiavette e telefonini posti sotto sequestro potrebbero fornire eventuali elementi utili all'inchiesta. La Procura di Treviso, alla quale da Pordenone è passata la direzione esclusiva dell'inchiesta, ha iscritto nel registro degli indagati sei persone: si tratta di Christian Visentin, 46enne di Conegliano, direttore commerciale della Nft (già rimosso dall'incarico), Mauro Rizzato, 55enne di San Pietro di Feletto, anche lui direttore commerciale, l'avvocato Emanuele Giullini, 43 anni, amministratore di Nft, Mario Danese, 58 anni, ex direttore della società, e i due procacciatori Michele Marchi, 32enne di San Pietro di Feletto e il meccanico Maurizio Sartor, 57enne di Fiume Veneto.
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Il Gazzettino