I dati sono quelli di un forte allarme sociale, la realtà rappresenta il momento di recessione e incertezza in cui stiamo vivendo. Negli ultimi dieci anni i furti nei...
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«I negozi di cui parliamo non sono quelli dei centri commerciali e della grande distribuzione - spiega Paolo Zabeo, della Cgia di Mestre che ha pubblicato la statistica, elaborando i dati dell’Istat e del Dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno - e sono sottostimati rispetto alla reale diffusione del fenomeno. Spesso, infatti, il negoziante non denuncia il piccolo furto, o anche la spaccata notturna, perché sa che la probabilità di individuare il colpevole è minima e spesso non gli conviene perdere tempo per andare in Questura o alla stazione dei Carabinieri per fare la denuncia».
«L’escalation dei furti anche nelle nostre zone è evidente - spiega Renato Salvadori, responsabile Ascom Confcommercio della provincia di Treviso - e il danno ha superato la soglia del 3% che poteva essere assorbita senza causare rincari ai clienti. Determinando così il rincaro della merce. Maggiormente danneggiati, attualmente, sono i negozi di ottica e di biciclette, merce con alto valore unitario. Spesso si tratta di furti su commissione, con bande criminali molto ben organizzate. E anche se il negoziante si dota di allarmi o videocamere è difficile riconoscere i colpevoli».
«Il problema vero, però, è la certezza della pena - continua Salvadori - I ladri che vengono denunciati o arrestati tornano subito in libertà e spesso, impuniti e qualche volta irridenti ritornano dai negozianti, minacciandoli. Una situazione esasperante e insostenibile. Come Ascom abbiamo dei progetti di protezione, diamo finanziamenti per videosorveglianza e guardie private, ma non servono a limitare i furti e le spaccate. Non serve nemmeno aumentare le pattuglie di forze dell’ordine. L’unica misura, ripeto, è la certezza della pena, è punire i colpevoli e recidivi, non rilasciarli».
Le forze dell’ordine hanno aumentato i servizi di sorveglianza e prevenzione, ma nonostante ciò il 77,3% dei furti nei negozi rimane impunito e solo nel 22,7 per cento dei casi denunciati, i responsabili vengono consegnati all’Autorità giudiziaria. Nel Veneto va leggermente meglio, la passa liscia il 75,1% dei malviventi, in Friuli VG il 75,9%. Peggio in Campania, 85,9%, Puglia (82,6), Marche (81,4) e Basilicata (81,4).
Dati sconfortanti che, purtroppo, hanno contribuito a gettare nella disperazione molti operatori economici. In particolar modo quelli che hanno subito queste scorribande più di una volta. Le attività più a rischio, sottolineano gli artigiani veneti, sono quelle che utilizzano pagamenti in contanti, come i distributori di carburante, le farmacie, gli esercizi pubblici (bar, ristoranti, sale giochi e così via), le gioiellerie, orologerie e le tabaccherie. Ma stanno salendo esponenzialmente i furti nelle officine di riparazione e nei negozi di elettronica. In questi casi si può intravvedere veri e propri furti su commissione di apparecchiature sofisticate.
La Cgia fa altresì notare che nel 2014 gli autori di furti negli esercizi commerciali e artigianali denunciati o arrestati sono stati poco più di 36.700. Di questi, il 62,7 per cento erano maschi e il 37,3 per cento femmine. La maggioranza dei ladri sono stranieri, oltre il 60%. Tra gli stranieri che sono stati catturati dalle forze dell’ordine poco più di uno su 4 è di nazionalità romena (9.956 persone pari al 27,1 per cento del totale degli arrestati nel 2014). Seguono i marocchini (2.291 persone pari al 6,2 per cento del totale) e gli albanesi (1.133 persone pari al 3,1 per cento del totale). Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino