MONTEGROTTO - Le crepe nei muri dell'abitazione sono iniziate nel 1970. Esattamente, un anno dopo che la casa era stata costruita costruita in via Regazzoni Alta a...
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La proprietaria dell'abitazione chiamò in causa la Regione Veneto, il Parco dei Colli Euganei, il Comune di Montegrotto, il Genio Civle, la Provincia di Padova, il ministero dell'Ambiente e del Territorio e il Corpo forestale dello Stato. La causa civile è durata anni davanti ai giudici del Tribunale di Padova e di Venezia. E poi in Corte d'appello. Ebbene, i giudici non hanno ritenuto che a causare i danni nell'abitazione non sono stati i lavori eseguiti sul versante dal Corpo forestale e dal Genio Civile. Secondo i consulenti tecnici dei giudici l'origine del fenomeno lamentato dalla proprietaria dell'abitazione è essenzialmente riconducibile alle caratteristiche «rigonfianti dei terreni su cui insiste il fabbricato e non alle condizioni di stabilità del versante, che risultano accettabili». Le conclusioni: «Il quadro fessurativo che caratterizza l'immobile è da ricondurre a una patologia insita nel sito ove è stata costruita l'abitazione e conseguentemente non si può parlare di danni arrecati da qualcuno o qualcosa».
La cittadina di Montegrotto chiedeva alla Regione del Veneto un risarcimento di 200mila euro. Tanto erano i danni, che a suo parere, le avevano causato i lavori sul versante. Ebbene, la Regione, assistita dai legali Antonella Cusin, Ezio Zanon e Guido Barzari, si costituiva in giudizio contestando le richieste della cittadina. E chiamò in giudizio le Assicurazioni Generali, tutelate dall'avvocato Roberto Madonna, per dimostrare l'infondatezza dei danni causati dal Corpo forestale dello Stato e dal Genio Civile. La causa si è conclusa dopo una controversia durata molti anni. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino