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L'innalzamento dei tassi decisi dalle banche centrali per contenere l'inflazione fa sentire i loro effetti sulle imprese del Friuli Venezia Giulia, più sulle Pmi che su quelle di grandi dimensioni: a dirlo sono i dati diffusi ieri da Confartigianato Fvg, che rivelano, in sostanza, meno credito e più caro per le realtà produttive più piccole. I numeri sono il risultato di un'elaborazione dell'Ufficio studi nazionali di Confartigianato su dati Bankitalia e trovano conferma in alcuni aspetti rilevati dall'indagine congiunturale dell'Ufficio studi di Confartigianato Imprese-Udine. Negli ultimi sei mesi del 2022 il Tae, cioè il tasso di interesse effettivo a carico delle imprese del Friuli Venezia Giulia con prestiti bancari in essere è aumentato di quasi 145 punti base e si tratta del secondo maggiore aumento a livello nazionale, preceduto solo da quello registrato in Valle d'Aosta, che arriva a 171 punti.
IL COSTO SUI CITTADINI
«Sono numeri che dicono, senza possibilità di smentita che il rialzo dei tassi di interesse applicati dalle Banche centrali si trasferiscono al costo del credito afferma il presidente di Confartigianato Fvg, Graziano Tilatti -, come del resto conferma anche Bankitalia nei suoi rapporti». All'aumento del costo del denaro in Friuli Venezia Giulia nello stesso periodo si associa anche una diminuzione dei prestiti bancari concessi alle Pmi: -5,6%, cioè più del doppio della contrazione registrata dalle aziende di maggiori dimensioni, che hanno sopportato un -2,5 per cento.
PREOCCUPAZIONE
La tendenza si sta confermando nel 2023, per «debolezza della domanda e criteri di offerta più stringenti», spiega Bankitalia nel Bollettino 2/2023, con un inasprimento dei criteri di offerta sui prestiti alle imprese «riconducibile principalmente a una più elevata percezione del rischio e a una minore tolleranza dello stesso da parte degli intermediari». Una situazione che «preoccupa considera il presidente Tilatti -, perché gli associati lamentano crescita delle commissioni bancarie, aumento dei tassi di interesse e anche una netta difficoltà di accesso al credito, per ottenere prestiti e finanziamenti». Se si aggiunge che tali criticità in Friuli Venezia Giulia registrano un picco per le realtà dei servizi e, soprattutto, per il comparto edile già gravato dal problema della cessione dei crediti per il Superbonus, «si può comprendere quanto la stretta sul credito pesi significativamente sulla possibilità per le imprese di restare competitive. Proprio quando gli obiettivi del Pnrr su transizione ecologica e digitalizzazione impegnano in particolare queste realtà». Il presidente di Confartigianato Fvg esprime inoltre la preoccupazione «di un tessuto produttivo che deve fare i conti con un sistema che, anziché supportare e favorire un'economia impegnata anche a recuperare le perdite degli anni del Covid, sembra favorire una selezione darwiniana». Da qui l'appello «al sistema bancario, con l'auspicio che arrivi anche alla Bce perché presti attenzione e sostenga le piccole medie imprese, motore dello sviluppo socio-economico dei territori», conclude Tilatti. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino