TREVISO - Quasi 4 anni dopo lo scoppio del bubbone Veneto Banca, un tempo cassaforte dei risparmi di famiglie e imprese non solo della provincia di Treviso, il sostituto...
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QUATTRO INDAGATI
Sono dell'ex Ad Vincenzo Consoli (che sarà indagato anche per falso in prospetto), l'ex vicepresidente del CdA Flavio Trinca, il condirettore generale Mosè Faggiani ed il responsabile dell'amministrazione centrale, Stefano Bertolo. Inizialmente gli indagati erano 11.
Il solco resta quello tracciato dai pm della Capitale, secondo cui l'ex amministratore delegato Vincenzo Consoli, l'ex presidente Flavio Trinca e nove tra amministratori e manager rappresentarono in maniera distorta a Banca d'Italia e Consob la situazione economica, patrimoniale e finanziaria della ex popolare.
I DOCUMENTI
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LA VICENDA
Era il 26 giugno del 2017 quando la Procura di Roma chiese il rinvio a giudizio con l'accusa di irregolarità nella gestione dell'istituto di credito tra il 2012 ed il 2014 e l'ipotesi di ostacolo alle autorità di vigilanza e aggiotaggio.
Poi però arrivò la decisione del giudice di Roma e le carte dell'inchiesta, proprio quando tutto lasciava intendere che si fosse arrivati al processo, vennero rispedite per competenza territoriale a Treviso. Le indagini condotte a Roma portarono ad accertare che nel 2012 e nel 2013 non venne decurtato dal patrimonio di vigilanza l'importo di alcune obbligazioni per oltre mezzo milione di euro. Tutto correlato, si legge negli atti al valore di azioni proprie cedute a terzi previo finanziamento concesso allo scopo ed alle perdite su crediti. In sostanza la banca avrebbe finanziato clienti con prestiti super agevolati per acquistare azioni attraverso cui mettere in bolla un bilancio squassato dalle sofferenze e che senza adeguate ricapitalizzazioni non avrebbe mai superato gli stress test della Banca d'Italia e della Bce.
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Il Gazzettino