Strage di cozze e molluschi, la Sacca di Scardovari rischia di sparire

Pesca di molluschi nella Sacca di Scardovari
PORTO TOLLE - La Sacca di Scardovari è al limite e con lei il comparto ittico di Porto Tolle. A lanciare l’allarme sono Luigino Marchesini e Paolo Mancin,...

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PORTO TOLLE - La Sacca di Scardovari è al limite e con lei il comparto ittico di Porto Tolle. A lanciare l’allarme sono Luigino Marchesini e Paolo Mancin, rispettivamente, presidente del Consorzio pescatori del Polesine e presidente del Consorzio Tutela cozza dop di Scardovari. «Torno sul tema dei ritardi nei lavori di vivificazione nelle lagune che ci stanno creando enormi disagi – rileva Marchesini - Criticità che vanno a sommarsi alla salinità in risalita ed al caldo anomalo. Se a tutto questo aggiungiamo l’interramento dei canali della Sacca che riducono al minimo la circolazione dell’acqua e quindi dell’ossigenazione, credo che il quadro della crisi del nostro settore sia completo». Sono esausti e molto delusi i lavoratori delle lagune: «Ogni anno più o meno in questo periodo siamo alle solite: ci tocca invocare interventi urgenti per non perdere tutto, ma non è pensabile intervenire sempre in emergenza», rimarca Marchesini. 


 

STRAGE DI COZZE
Anche Mancin difende disperatamente l’oro nero del Delta: «Denuncio l’assurdità di questa situazione: nonostante tutti gli sforzi che stiamo facendo per promuovere il nostro prodotto di settore quest’anno siamo riusciti ad avere la cozza dop solo in una parte della Sacca, perché nella zona nord-est i mitili sono vuoti. È intollerabile rimanere a guardare le nostre cozze che a breve moriranno anche per il riscaldamento dell’acqua. Stimiamo di perdere circa 10mila quintali di produzione in questa annata». Il presidente del Consorzio di Tutela sbotta: «È inutile dare la colpa alla siccità, la causa di tutto questo è dovuta ai ritardi nei lavori che sono organizzati dalla Regione. Ogni anno ci troviamo a denunciare gli stessi fenomeni, verrà il giorno in cui pubblicheremo un’epigrafe per annunciare la morte della Sacca e qualcuno dovrà assumersi la responsabilità di centinaia di famiglie che qui vivono e lavorano. Abbiamo delle eccellenze, che sono riconosciute in tutto il mondo, ma che rischiano di scomparire se non si interviene rapidamente. Tra l’altro, il Consorzio pescatori è sempre stato disponibile a partecipare in termini economici alle opere».

SPECCHI PROSCIUGATI


Non si contano gli specchi acquei persi nel Delta: si è iniziato 30 anni fa con la laguna del Burcio, 10 anni fa con quella del Basson, per il Canarin pescatori ed enti stanno lavorando per riportarla a regime; a tutto questo devono aggiungersi 50 ettari persi nell’area di Santa Giulia. Una situazione kafkiana per Marchesini: «Prima c’erano problemi di risorse, ora di burocrazia. I lavori devono iniziare e finire entro un termine preciso per essere efficaci, invece non ne vediamo la fine. Se a giugno ci sono queste temperature proviamo ad immaginare cosa succederà tra luglio ed agosto. Che senso ha investire se poi abbiamo le lagune in questo stato?».
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Il Gazzettino