Nessuna patologia e sportivo, ma il coronavirus uccide Carlo in un mese. Aveva 52 anni

Carlo Stocco
PADOVA Quindici decessi e altri 402 nuovi casi di coronavirus in provincia di Padova. É la fotografia della pandemia, scattata tra sabato e domenica, dal bollettino di...

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PADOVA Quindici decessi e altri 402 nuovi casi di coronavirus in provincia di Padova. É la fotografia della pandemia, scattata tra sabato e domenica, dal bollettino di Azienda Zero. I positivi al tampone sono 21.583. Dall'inizio dell'emergenza sanitaria ad oggi sono stati contagiati 52.223 padovani e si registrano 1.057 morti. Dopo 48 ore di tregua, ricominciano a salire i ricoveri ospedalieri. I pazienti ospedalizzati positivi al Covid sono 555, se ne sono aggiunti undici in più nel giro di 24 ore. Di questi, 92 sono in carico alle terapie intensive. Scende invece il dato sulle degenze negli ospedali di comunità. Nelle strutture intermedie sono assistite altre 68 persone, otto in meno rispetto al precedente rilevazione.


Vittima del Covid

Da un mese era ricoverato all'ospedale di Cittadella a causa del Coronavirus. Nessuna patologia, fisico sportivo. Le sue condizioni sono state altalenanti, ieri, improvviso, fatale, il tracollo. Abitava a Carmignano di Brenta e aveva 52 anni Carlo Stocco. Lascia tre figli, Sara, Andrea e Filippo rispettivamente di 27, 23 e 18 anni, la compagna Barbara e da otto mesi il suo grande orgoglio: il nipotino Nicolò che lo aveva reso giovane nonno. Ancora una vita davanti a lui che purtroppo il virus ha rubato agli affetti delle persone care ed ai tanti che lo conoscevano. Carlo Stocco lavorava a Bolzano Vicentino alla Cef, azienda che distribuisce farmaci, ed era molto noto nel settore calcistico della zona. La sua grande passione era proprio il calcio. Era tifoso della Juventus, si era distinto in campo fin da giovanissimo con il ruolo di trequartista, ed era riconosciuto essere un gran mancino, impegnato anche in panchina come allenatore di società del territorio a cominciare da quella di casa, il Carmenta Calcio. «Era superattivo, non aveva nulla, questo virus non guarda proprio in faccia a nessuno - racconta sconvolta Sara, neo mamma - Mio fratello Andrea oggi (ieri, ndr) alle 13 era andato per salutarlo mai ci saremmo aspettati fosse stata l'ultima volta». Sempre ieri un altro decesso per Coronavirus, un uomo di 65 anni abitante a Grantorto.

 

 


I coniugi inseparabili

Se ne sono andati a pochi giorni uno dall'altro: ieri mattina è mancato Artemio e il 28 dicembre si era spenta Bruna, una vita insieme, spazzata via dalla terribile malattia. Una storia d'amore durata sessant'anni e finita in pochissimo tempo, ad Anguillara Veneta: il Covid, secondo i familiari, è entrato nella loro casa, sicuramente portato dall'esterno, forse da qualcuno che non ha usato le dovute precauzioni. Artemio Bauce aveva 91 anni, era stato muratore durante l'attività lavorativa e la moglie, Maria Teresa Visentin, conosciuta da tutti come Bruna era di qualche anno più giovane, ne aveva 86 ed era casalinga. La coppia ha avuto tre figli, Giuliano, Roberta e Fabiola. 


I coniugi Bauce vivevano nella loro casetta di via Roma all'ingresso del paese venendo dalla Conselvana: erano abbastanza autonomi, anche se con qualche acciacco, soprattutto Artemio e negli ultimi anni infatti i figli li facevano seguire da una badante. Una vita tranquilla. Poi d'improvviso la scoperta della positività per entrambi: data l'età è stato predisposto il loro trasferimento a Schiavonia. Qui i medici purtroppo non sono riusciti a contenere gli effetti letali del Covid sui due coniugi.


(Nicola Benvenuti, Michelangelo Cecchetto, Elisa Fais)

 

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Il Gazzettino