Quei medici di base e pediatri che non fanno né tamponi né vaccini ai pazienti, e ora vogliono anche scioperare

Sciopero di medici di base e pediatri
La sintesi è la seguente: in Veneto ci sono medici di base bravissimi, che si fanno in quattro per assistere i propri pazienti e per dare una mano in piena emergenza...

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La sintesi è la seguente: in Veneto ci sono medici di base bravissimi, che si fanno in quattro per assistere i propri pazienti e per dare una mano in piena emergenza pandemica. Ma ci sono anche medici e pediatri che non solo non collaborano, tanto da non fare neanche un tampone e neppure mezzo vaccino, ma come se non bastasse osano anche scioperare.

«Impegnative e tamponi, il sistema in Veneto non regge più»


Luciano Flor, direttore generale della Sanità della Regione del Veneto, non ha usato queste parole, ma il senso è questo. Tant'è che buona parte dei numeri snocciolati ieri mattina, durante la conferenza stampa convocata a Padova nella sede di Azienda Zero, riguardavano proprio l'inattività dei medici di base e dei pediatri.


Due dati. Le vaccinazioni: dal 27 dicembre 2020 al 26 gennaio 2022 in Veneto sono state somministrate 10.244.038 dosi di siero anti Covid-19. Quante punture sono state fatte dalla cosiddetta medicina territoriale? Il 6,9%. Per la precisione 653.310 dosi sono state inoculate dai medici di medicina generale e 48.471 dai pediatri di libera scelta. «Il 46% dei pediatri non ha aderito alla campagna vaccinale delle Ulss».


I tamponi: su 25.600.477 test, quelli fatti dai medici di base sono stati 384.121, quelli dei pediatri 61.111, quelli della Guardia medica ora definita Continuità assistenziale 6.298. «Tra medici e pediatri il 3,2%». L'ultimo dato? «Giovedì scorso - ha detto Flor - su 2.870 medici di base quelli che hanno fatto tamponi sono stati 256. E con questi numeri, c'è chi attacca la Regione e pensa anche di scioperare?».


LO SCIOPERO DEI MEDICI

Lo sciopero - anche se Flor dice di non aver ricevuto comunicazione alcuna al riguardo - è stato proclamato da Snami e Smi, due sigle che rappresentano circa un medico di base su 3. «Si sono accorti di noi adesso? Beh, la nostra non è una protesta, è una lotta di sopravvivenza», sbotta Salvatore Cauchi, presidente del sindacato Snami. Che conferma lo sciopero: «Non ce la facciamo più, c'è troppa burocrazia, i pazienti sono imbufaliti, le guardie mediche che non ci sono più». Lo sciopero informatico partirà il 16 febbraio e l'idea è di ripeterlo ogni settimana, per tre giorni di fila, dal lunedì al mercoledì, fino alla fine di marzo. Informatico perché tutta la parte cartacea sarà omessa, compresa quella relativa ai tamponi. Ed è qui che Flor non ci sta: perché una recentissima sentenza del Tar del Veneto, respingendo un ricorso proprio dello Snami, dice che è giusto - come disposto dalle ordinanze del governatore Luca Zaia - che i medici di base eseguano i tamponi, dispongano la quarantena e l'isolamento, collaborino al tracciamento dei contatti, visitino a casa i pazienti Covid. «Tutti questi adempimenti non sono un optional», ha scandito Flor, che, distinguendo tra sigle sindacali (praticamente ha assolto la Fimmg) e medici che stanno tenendo un comportamento «lodevole», ha lanciato «a tutti un richiamo alla responsabilità».


IL PICCO

Il direttore Della Sanità del Veneto ha fornito anche un quadro dell'attuale situazione sanitaria. Contagi e ricoveri: «Quasi tutte le Ulss hanno raggiunto il cosiddetto plateau e si è in una fase di leggero calo, attualmente sono 1.580 i pazienti positivi ricoverati nelle aree mediche e 160 quelli in rianimazione». Personale assente per Covid: «Su 55mila operatori sanitari, circa 2.000 sono a casa tra isolamenti e quarantene». Scuola: rispetto alle 15mila censite una settimana fa, ora sono 12.085 le classi interessate da provvedimenti legati alla pandemia, «c'è assolutamente bisogno di una semplificazione delle norme». Direzioni Prevenzioni: Flor le ha difese a spada tratta, «non posso accettare che qualcuno sminuisca il loro lavoro». Assunzioni: «Dall'inizio della pandemia la Regione ha assunto 7.218 persone in ambito sanitario di cui 2.743 a tempo indeterminato, 600 rapporti di lavoro con pensionati». Piattaforma Covid: «Si accede con lo Spid, dovremo tutti abituarci a usarlo, ma è un di più».

 

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Il Gazzettino