Vaccino, seconda dose sbagliata: una 52enne finisce sotto osservazione

Una dose di vaccino
TREVISO - Avrebbe dovuto ricevere la seconda dose di Moderna. Invece per errore le è stato somministrato Johnson & Johnson. È la disavventura vissuta...

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TREVISO - Avrebbe dovuto ricevere la seconda dose di Moderna. Invece per errore le è stato somministrato Johnson & Johnson. È la disavventura vissuta giovedì da una trevigiana di 52 anni arrivata per il richiamo del vaccino anti-Covid nel maxi centro dell’ex Maber alle Castrette di Villorba. Dopo l’iniezione, il personale sanitario si è subito accorto che c’era qualcosa che non andava. Ma a quel punto era troppo tardi. La donna ha immediatamente chiesto spiegazioni. Non ci sono stati effetti collaterali, ma per sicurezza è stata trasferita nel pronto soccorso dell’ospedale di Treviso. Qui ha trascorso alcune ore sotto osservazione, senza evidenziare anomalie.

IN PRONTO SOCCORSO

Dopodiché ha potuto far ritorno a casa. I servizi dell’Usl, comunque, la monitoreranno a distanza anche nei prossimi giorni con delle telefonate a cadenza periodica. «È stato commesso un errore nella somministrazione – ammette Erminio Bonsembiante, direttore del servizio Igiene e sanità pubblica dell’azienda sanitaria – la signora sta bene. Abbiamo fatto un’ulteriore verifica anche nelle ultime ore. Il trasferimento al pronto soccorso è stato deciso per massima precauzione. Dopotutto la vaccinazione eterologa (il mix di vaccini tra la prima dose e il richiamo, ndr) non crea problemi: i dati in questo senso sono sempre più confortanti. Tra qualche settimana, in ogni caso, la signora potrà essere sottoposta a un controllo per valutare la risposta sotto il profilo degli anticorpi». La 52enne praticamente ha fatto una vaccinazione eterologa “al contrario” rispetto a quella prevista ora per gli under 60 che hanno ricevuto come prima dose AstraZeneca: prima le è stato somministrato un vaccino a mRna, Moderna, e poi un vaccino a vettore virale, Johnson & Johnson, che non viene usato per le persone con meno di 60 anni, e che tra l’altro è monodose. «Ma va sottolineato che a livello generale gli effetti collaterali emersi con Johnson & Johnson sono assolutamente minori rispetto a quelli evidenziati con AstraZeneca», specifica il direttore. Resta da capire com’è nato l’errore.

LA PROCEDURA

In primis per evitare che si ripeta. Il tipo di siero indicato per il richiamo viene verificato prima dal medico che fa l’anamnesi, poi dagli operatori che indirizzano gli utenti verso le postazioni operativa nei centri e, infine, dal personale sanitario che effettua materialmente l’iniezione. Stavolta il triplice controllo non ha funzionato. «Abbiamo già fatto oltre 600mila vaccinazioni nell’ambito della campagna anti-Covid. Davanti a un numero del genere, il margine di errore purtroppo non è zero – chiarisce Bonsembiante – ma non deve capitare. Per questo abbiamo fatto un audit (una verifica tra gli operatori coinvolti) per evidenziare ciò che non è andato». Per l’Usl si è trattato di un errore umano, dovuto anche alla grande mole di lavoro, come quello che all’inizio di maggio aveva fatto finire un’infermiera di 55 anni al centro delle indagini per il sospetto che nel polo vaccinale di Lughignano (ora chiuso) avesse effettuato un’iniezione su un carabiniere senza però effettivamente inoculare il siero anti-Covid.

LE RASSICURAZIONI

Per quanto riguarda gli effetti collaterali, fino ad ora su oltre 600mila vaccinazioni fatte nella Marca sono state segnalate solo 10 reazioni avverse gravi. Per gravi si intendono i casi nei quali è necessario intervenire con farmaci. Tra le altre cose, c’è stata una sincope e un’orticaria post-vaccino. Era emerso anche il sospetto di una trombosi, ma poi gli esami l’hanno escluso. «Abbiamo avuto 10 reazioni gravi che sono state gestite al meglio – tira le fila Bonsembiante – ci sono state delle reazioni allergiche. Su questo l’attenzione è massima. Abbiamo organizzato delle sedute in ospedale dedicate proprio alle persone che presentavano un elevato rischio di reazione. L’attività è stata portata avanti in collegamento diretto con gli specialisti. E tutti i casi sono rientrati». 

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Il Gazzettino