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TREVISO «Auspichiamo quanto prima l'introduzione dell'obbligo vaccinale per i lavoratori dei nostri Centri di Servizi che ospitano anziani e persone non autosufficienti ad alta necessità assistenziale. Perché, sebbene quasi il 100% degli operatori si sia vaccinato, alcuni ancora si rifiutano di farlo. E per noi è davvero grave». Andrea Angeletti, Presidente AISAP Veneto, l'associazione di residenze per anziani convenzionate che contano oltre 2500 lavoratori, esce allo scoperto e evidenzia quello che, alla lunga, potrebbe diventare un duplice problema: un lavoratore non vaccinato che dovesse contrarre il virus, oltre a essere un potenziale pericolo per tutti, verrebbe trattato dall'Inail come un lavoratore infortunatosi sul lavoro. Per l'AISAP, adesso che il vaccino c'è, si tratterebbe di un controsenso.
NUOVE REGOLE
«Abbiamo proposto un quesito all'Inail per capire se l'Istituto di previdenza, ora che esiste il vaccino, ritenga di confermare la copertura automatica di infortunio Covid anche agli operatori socio-sanitari che abbiano rifiutato la vaccinazione».
IL SINDACATO
Dal fronte sindacale, la posizione è più sfumata. Marta Casarin, segretaria provinciale della Funzione Pubblica Cgil di Treviso, precisa: «Noi non possiamo sostituirci al legislatore chiedendo di imporre qualcosa, però come sindacato riteniamo un dovere collettivo quello di vaccinarsi. Ma, prima che imporre, pensiamo sia più utile formare e informare, anche impegnando risorse economiche. Abbiamo visto, per esperienza diretta, che dove è stata fatta prima una corretta informazione seguita da una formazione, il 90% degli operatori si è regolarmente vaccinato. Il 10% che non l'ha fatto è rappresentato da persone che non hanno potuto farlo per via delle loro condizioni di salute. Imporre, molto spesso, crea delle rigidità poi difficili da superare. Vaccinarsi tutti è un dovere nei confronti della collettività. In attesa che il legislatore decida, informare correttamente la riteniamo la strada migliore».
P. Cal.
Il Gazzettino