Covid. Veneto e Fvg: tamponi solo a chi ha febbre, mal di testa, tosse, raffreddore

Covid. Veneto e Fvg: tamponi solo a chi ha febbre, mal di testa, tosse, raffreddore
Tamponi solo a chi ha febbre, mal di testa, tosse, raffreddore. Non più a chi sta bene. Lo chiedono il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. E vale per tutti: non solo per i...

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Tamponi solo a chi ha febbre, mal di testa, tosse, raffreddore. Non più a chi sta bene. Lo chiedono il Veneto e il Friuli Venezia Giulia. E vale per tutti: non solo per i contatti (parenti, colleghi di lavori, amici) di chi si scopre positivo al Covid-19, ma anche per il personale sanitario, attualmente sottoposto a verifiche periodiche. In Veneto il governatore Luca Zaia è da mesi che chiede di cambiare il protocollo nazionale e di far fare i tamponi solo alle persone sintomatiche. Sulla stessa linea è anche il presidente del Friuli Venezia Giulia (oltre che della Conferenza delle Regioni), Massimiliano Fedriga, dopo aver ricevuto l'appello di alcuni infettivologi. A sentire i medici, la malattia è completamente cambiata, la nuova variante Omicron 5 è sì più contagiosa, ma non comporta più conseguenze gravi come il primo Covid. «I primari che scrivono l'appello alla Regione sono professionisti che reputiamo di indubbio valore, faremo tutte le valutazioni tecniche del caso», ha detto Fedriga. Zaia lo va dicendo da mesi: «Non si può pensare di continuare a correre dietro ai positivi con il contact tracing, il virus ormai è ubiquitario», sosteneva lo scorso febbraio. E a marzo: «Nel prossimo futuro i test li faremo solo ai sintomatici».


LE REGOLE
In base all'ultimo Piano di sanità pubblica, apprivato lo scorso marzo, in Veneto il tampone è obbligatorio per il personale sanitario (ogni 20 giorni, prima era ogni 10), per gli ospiti delle Rsa (sempre ogni 20 giorni, ma se non sono vaccinati il controllo scatta ogni 48 ore), per i pazienti che devono essere ricoverati. E poi ci sono i contatti di chi ha preso il Covid, vale a dire familiari e colleghi di lavoro: il Piano prevede che i contatti stretti da ricercare con maggiore attenzione siano gli over 65, le persone fragili, i soggetti non vaccinati, le donne in gravidanze. Se una persona è trivaccinata non deve fare il tampone anche se è stata a contatto con un positivo, vale l'autosorveglianza. Ma a parte queste eccezioni, tamponi se ne fanno sempre tanti.


VACCINO


E mentre in alcuni Paesi si registra una nuova sottovariante di Omicron - la BA.2.75, segnalata in India il 2 giugno - lo scenario è di allargare in autunno la quarta dose ad altre fasce di età, per ora prevista solo per ultraottantenni e fragili. L'ha annunciato il ministro della Salute Roberto Speranza. Tra le ipotesi ci sarebbe quella di un'estensione del richiamo agli over60, ma potrebbe includere anche i cinquantenni. Nel frattempo aumentano i vaccini anti-Covid disponibili per i più giovani: l'azienda Novavax ha detto che la Commissione Europea ha approvato l'autorizzazione all'immissione in commercio condizionata estesa per Nuvaxovid negli adolescenti in Europa di età compresa tra i 12 e i 17 anni, dopo il parere positivo dell'Agenzia europea per i medicinali (Ema). Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino