Covid, studio dell'Università di Verona sul disagio psicologico del personale sanitario: raddoppiati depressione ed esaurimento

Covid, studio dell'Università di Verona sul disagio psicologico del personale sanitario: raddoppiati depressione ed esaurimento
VERONA - Raddoppiati i casi di depressione ed esaurimento nel personale sanitario per lo stress della lotta al Covid. Lo dice lo studio dell'Università di Verona...

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VERONA - Raddoppiati i casi di depressione ed esaurimento nel personale sanitario per lo stress della lotta al Covid. Lo dice lo studio dell'Università di Verona “The Sustained Psychological Impact of the Covid-19 Pandemic on Health Care Workers One Year after the Outbreak—A Repeated Cross-Sectional Survey in a Tertiary Hospital of North-East Italy”, pubblicato sulla rivista International Journal of Environmental Research and Public Health, che ha analizzato l’impatto psicologico subito dal personale dell’Azienda ospedaliera universitaria integrata svaligera (ospedali di Borgo Trento e Borgo Roma).

Primo autore dello studio è Antonio Lasalvia, docente di Psichiatria del dipartimento di Neuroscienze, biomedicina e movimento, con la collaborazione di Chiara Bonetto, tecnico di Psichiatria, Angela Carta e Stefano Porru, docenti di Medicina del lavoro, Francesco Amaddeo, docente di Psichiatria, Ranieri Poli, docente di Igiene generale e applicata e Luca Bodini, dottorando in Psichiatria. La ricerca ha messo in evidenza che, a distanza di un anno dall’inizio della pandemia, lavorare all’interno dell’ospedale ha prodotto ulteriore sofferenza emotiva negli operatori, i quali si sono trovati a gestire nel biennio 2020-2021 tre ondate pandemiche. Attraverso questionari standardizzati si è arrivati a coinvolgere un campione di 1033 persone, rappresentativo di tutti i dipendenti dei due ospedali veronesi. I dati raccolti mostrano che medici e infermieri con livelli elevati di ansia sono passati dal 50% al 56%, quelli con depressione dal 27% al 41%, quelli con esaurimento emotivo dal 29% al 41%. «L’incremento – spiega Lasalvia - si è mantenuto stratificando per profilo professionale e reparto, con un incremento più marcato per depressione ed esaurimento. A distanza di un anno dall’inizio della pandemia, gli infermieri rappresentano la categoria professionale a maggiore rischio di ansia e depressione, mentre gli specializzandi a maggiore rischio di esaurimento, soprattutto per quanto riguarda il senso di efficacia professionale. Lavorare in contesti di terapia intensiva si associa ad un aumentato rischio di sviluppare maggiore esaurimento emotivo e un atteggiamento di maggiore distacco dal lavoro». Per questo, lo studio conclude con l'invito a programmare un progetto di intervento in grado di ridurre in queste persone il livello di disagio che si ripercuote negativamente sul lavoro quotidiano a beneficio dei pazienti.

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Il Gazzettino