Compostella (Ulss 5) contro i pediatri: «Troppi tamponi ai bambini, si intasano gli ospedali»

Il direttore dell'Ulss 5 di Rovigo Antonio Compostella
ROVIGO  - La scuola è un laboratorio di convivenza con il virus. I protocolli scolastici sembrano funzionare. Almeno per ora. Ma c’è un ma, stigmatizzato...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
99,98€
40€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
49,99€
19€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
 
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
4,99€
1€ AL MESE
Per 3 mesi
ATTIVA SUBITO
 
ANNUALE
49,99€
11,99€
Per 1 anno
ATTIVA SUBITO
2 ANNI
99,98€
29€
Per 2 anni
ATTIVA SUBITO
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 3 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
ROVIGO  - La scuola è un laboratorio di convivenza con il virus. I protocolli scolastici sembrano funzionare. Almeno per ora. Ma c’è un ma, stigmatizzato dal direttore generale dell’Ulss Antonio Compostella, che ha puntato il dito contro la scelta compiuta dai pediatri di libera scelta: «I pediatri non effettuano visite ai casi sospetti, ma solo un triage telefonico e poi inviano a fare il tampone. Manca il filtro dei pediatri, che non vogliono che nei loro ambulatori entrino bambini potenzialmente positivi e che si attengono a una definizione ministeriale di caso sospetto che deve essere sicuramente affinata, perché così, che si tratti di uno starnuto, di diarrea, di mal di gola, dobbiamo sottoporre tutti a tampone. Il punto è che i numeri aumenteranno con l’avanzare della stagione dei raffreddori e delle infezioni delle via aeree, e così aumenterà la pressione sulle nostre strutture. Vorremmo evitare che si formassero code e lunghe attese».

ASSALTO PER I TEST
Anche ieri mattina sono stati sottoposti a tampone 71 fra bambini e ragazzi in età scolare, tutti risultati negativi. Dall’inizio della scuola, si sono presentati ai punti di esecuzione dei tamponi ad accesso diretto, nelle fasce orarie riservate, ben 554 scolari. Di questi, solo 7 arrivati perché il caso sospetto era stato individuato come tale a scuola, con i diretti interessati finiti nella “stanza Covid” e poi prelevati dai genitori. Nessuno dei 7 è poi risultato positivo al tampone “tradizionale” o rapido. Così come, dei 554, solo un bambino di 8 anni della II A della scuola elementare di Arquà ha avuto un responso di positività. Il 13 settembre, invece, prima dell’inizio dell’anno scolastico, era invece stata trovata positiva una bambina di due anni e mezzo che frequentava il nido comunale di Porto Viro. Entrambi non erano a scuola quando sono stati individuati come “casi sospetti”, ma in tutti e due i casi sono scattati gli isolamenti ed i tamponi per familiari, compagni di classe e personale scolastico.
DIFFUSIONE EVITATA
«La tempestività di intervento è stata fondamentale – rimarca Compostella –, perché ha scongiurato la propagazione del contagio. Tutto ha funzionato bene, ma probabilmente non sempre andrà così e avremo anche situazioni più complesse. È per questo che la scuola è osservata speciale. Per l’importanza che riveste la sua ripresa ed evitare che venga interrotta, per i rilievi culturali e sociali, ma anche economici che comportano gli isolamenti. Sul piano clinico è chiaro che la scuola può diventare un moltiplicatore di casi».
NUOVI AMBULATORI
«In questi giorni – aggiunge il dg dell’Ulss - abbiamo avuto anche picchi di 99 ragazzi sottoposti a tampone. Un’azione di filtro dei pediatri aiuterebbe. Dal primo ottobre, intanto, apriremo altri punti ad accesso diretto in quattro Punti Sanità, a Taglio di Po, Castelmassa, Santa Maria Maddalena e Badia Polesine, per ridurre i disagi e aumentare la sicurezza: per evitare ai genitori percorsi troppo lunghi ma anche per evitare possibili assembramenti».

Compostella anticipa, poi, un’ipotesi di lavoro sulla quale spiega di aver trovato anche la convergenza del provveditore di Padova e Rovigo: «Se c’è un caso sospetto a scuola, viene chiamato il genitore che si prende in carico il figlio e contatta il pediatra che, a sua volta, in caso di conferma dei sospetti contatta il Sisp per il tampone. Ritengo che potrebbe essere più funzionale per tutti se ci fosse una squadra appositamente formata dall’Ulss che andasse direttamente nella scuola per eseguire il tampone rapido: se negativo, liberi tutti, altrimenti scattano tutte le procedure del caso e vengono già sottoposti a test anche gli altri compagni. Questo riduce il disagio per la scuola che ha subito idea della situazione, così come per noi. Ed è un minor disagio anche per i genitori che non devono andare a scuola a prendere il figlio e poi accompagnarlo ed eseguire il tampone. Non per i bambini troppo piccoli, almeno sotto i tre anni, perché in questo caso il tampone lo deve comunque fare un pediatra perché non è che gradiscono l’esame e deve farlo uno specialista. Il problema è che serve ovviamente il consenso dei genitori, per questo stiamo pensando ad una sorta di autorizzazione preventiva».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino