Covid, coperti dimezzati: Capodanno in "rosso" per i ristoranti

Ristoranti a Capodanno
PADOVA - C'era una volta il tutto esaurito per il cenone di San Silvestro e il ballo allo scoccare della mezzanotte. Invece ora sembra trascorso un secolo dall'ultimo...

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PADOVA - C'era una volta il tutto esaurito per il cenone di San Silvestro e il ballo allo scoccare della mezzanotte. Invece ora sembra trascorso un secolo dall'ultimo tutto esaurito nei ristoranti registrato prima del Covid. Dopo il lockdown dell'anno scorso i ristoratori di città, Terme e Colli cercano ora di barcamenarsi nel malinconico scenario di sale a metà capienza. E stasera la situazione sarà tutt'altro che rosea.

I NUMERI

Le stime dell'Appe (Associazione provinciale pubblici esercizi) in vista di San Silvestro non promettono nulla di buono, prevedendo che dei 750 locali in provincia poco meno di 500 saranno aperti stasera. Chi cade in piedi, in città sono i locali di dimensioni ridotte. «Nel nostro ristorante spiega Sergio Capovilla di Terrazza Carducci in Prato della Valle non sono mancate le disdette. Ma quando salta un tavolo da due persone è facile rimpiazzarlo. La botta da cui è difficile rialzarsi è invece quella legata alla defezione dei gruppi numerosi. In quel caso si perdono dai 30 ai 40 coperti ed è impossibile recuperarli. Con tavolini da due persone sono riuscito ad assicurare il tutto esaurito. Ma la mia è un'eccezione, non certo la regola».


La situazione comune a tutti i ristoratori è infatti quella di coperti ridotti almeno del 50%. «In città ha spiegato il segretario provinciale Appe, Filippo Segato il contraccolpo legato al crollo delle prenotazioni è forse meno duro. Ed è dovuto al fatto che tanti ristoratori si sono organizzati per tempo con l'asporto. Un piccolo tonico all'anemia di fatturato, grazie anche al fatto che ristoranti e trattorie in centro e in prima periferia sono facilmente raggiungibili». Le insegne che terranno aperto secondo Appe sono quelle a gestione familiare che non sopporterebbero altrimenti i costi di personale fronteggiati ai mancati ricavi.
Di fronte a una situazione cosi scoraggiante, non pochi ristoranti, fra i quali la Trattoria San Pietro di via Rolando, si sono presi una pausa sino a dopo Capodanno.

GLI UMORI

Nei locali dei Colli le previsioni dei ristoratori sono improntate ad un ancora più marcato scoraggiamento. «Come se non bastasse la paura del contagio e l'estrema confusione delle misure adottate dal Governo sottolinea Elena Cristofanon, titolare del Montegrande di Rovolon è arrivato anche lo stop della musica e del ballo. Una misura che mutila l'offerta tradizionale, eliminando una delle maggiori attrattive per le prenotazioni. Alcuni locali della zona addirittura chiuderanno prima della mezzanotte. Noi cercheremo di stare aperti con della musica d'ascolto dopo il brindisi dell'anno nuovo. Ma l'atmosfera rispetto agli anni precedenti è quasi irreale».


Lontano dalla realtà sarà ovviamente anche il colpo d'occhio per chi si accomoderà alle tavole imbandite del cenone. Il menù sarà quello della tradizione. Ma i larghi vuoti delle sale saranno davvero un inedito. «Più che un susseguirsi di disdette sottolinea Valentino Turetta, titolare dell'omonimo ristorante di Castelnuovo non c'è stato alcun movimento nelle prenotazioni. I tavoli sono stati richiesti nell'ultimo mese con il contagocce. Gli altri anni a San Silvestro non avrei tratto bilanci positivi se non avessi allestito almeno 120 coperti. La sera del 31 saranno poco più di 50». Anche sui Colli c'è chi, davanti all'offensiva del Covid, ha deciso di no aprire nemmeno. «A novembre sottolineano i titolari del ristorante Al Sasso abbiamo prefigurato lo scenario odierno. E abbiamo deciso di non aprire né a Natale né a San Silvestro. I fatti, purtroppo, ci stanno dando ragione».
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Il Gazzettino