Due sezioni in un'unica classe al liceo, insorgono i genitori: «Rischio assembramento, se qualcuno si ammala chiediamo i danni»

Due sezioni in un'unica classe al liceo, insorgono i genitori: «Rischio assembramento, se qualcuno si ammala chiediamo i danni»
MONTAGNANA - Due sezioni accorpate in un'unica classe da 30 alunni, alla vigilia di un rientro in aula segnato dall'emergenza coronavirus. Se in tempi normali la...

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MONTAGNANA - Due sezioni accorpate in un'unica classe da 30 alunni, alla vigilia di un rientro in aula segnato dall'emergenza coronavirus. Se in tempi normali la scelta avrebbe fatto discutere, figuriamoci in un momento in cui la scuola deve fare i conti con il rischio di nuovi contagi. Succede all'istituto superiore Jacopo da Montagnana, nella città murata, dove i genitori sono sul piede di guerra per la decisione presa nei giorni scorsi dall'ufficio scolastico regionale. Tanto da lanciare un appello agli uffici scolastici competenti (territoriale, provinciale e regionale) affinché tornino sui propri passi. E alla politica perché non resti a guardare. Le classi interessate sono la 2AS e la 2BS del liceo scientifico (l'istituto comprende anche un indirizzo alberghiero) composte rispettivamente da 14 e 15 alunni, a cui si è aggiunto anche un nuovo iscritto per un totale di 30 studenti confluiti nella nuova super classe. «Saranno costretti a fare lezione nell'aula magna, l'unica disponibile per garantirne il distanziamento ma che presenta problemi di riscaldamento e di acustica», si legge nella lettera sottoscritta da 24 genitori. 


SCELTA CONTROCORRENTE

Una scelta che sembra tutt'altro che in linea con le «continue indicazioni di suddividere le classi e le lezioni per non avere classi sovraffollate, come peraltro stanno facendo i vari istituti nazionali», proseguono i genitori, facendo notare la riduzione del numero di insegnanti. «Siamo sconcertati e allibiti da una tale irragionevole decisione e desideriamo dimostrare tutto il nostro dissenso», affermano i firmatari, che bollano come «ingiusta» anche la decisione di declassare l'istituto. Cosa significa? Che da quest'anno lo Jacopo da Montagnana non ha più la titolarità dell'istituto né un dirigente scolastico e un direttore dei servizi generali e amministrativi tutti per sé, ma li condivide con altre scuole. Ieri infatti c'è stato il passaggio di testimone tra la vecchia preside Elisa Pedrina e il nuovo dirigente Fabio Morelli, già alla guida dell'istituto comprensivo di Borgo Veneto. Tutto per una manciata di iscrizioni: a febbraio se ne contavano 589, 11 in meno rispetto alle 600 che avrebbero garantito alla scuola di continuare a essere un istituto. «Non possiamo che meravigliarci di queste decisioni incoscienti e irrazionali e perciò illegittime», si legge nella missiva trasmessa per conoscenza anche al Ministro dell'Istruzione, ai presidenti della Regione e della Provincia e alla sindaca di Montagnana. Ed è proprio alla politica che i genitori si rivolgono, chiedendo di dimostrare che si è trattato di un errore di valutazione. «Oppure confermerete la vostra volontà di procedere verso la distruzione del sistema scolastico locale costringendo i giovani a migrare in città più grosse». «A voi spetta la scelta di continuare nell'affossamento delle realtà provinciali - incalzano i firmatari citando su tutti l'ospedale di Montagnana e la nuova Sr10 ferma a Carceri dal 2007 - o di farci credere che così non sarà». La lettera si chiude con un affondo: «Nel caso in cui si registrassero dei casi di Covid e conseguente quarantena per allievi e genitori, vi riterremo personalmente responsabili di ogni eventuale danno per aver volontariamente disposto l'assembramento di due sezioni in un'unica aula, per giunta non idonea a livello acustico e di riscaldamento». 
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Il Gazzettino