Covid, aumentano i contagi: è caccia ai posti letto all'ospedale

Caccia ai posti letto Covid all'ospedale di Pordenone
I ricoveri non accennano a fermarsi e l’ospedale di Pordenone - ma di conseguenza anche quello di San Vito - stanno cercando di correre ai ripari riorganizzando reparti per...

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I ricoveri non accennano a fermarsi e l’ospedale di Pordenone - ma di conseguenza anche quello di San Vito - stanno cercando di correre ai ripari riorganizzando reparti per trovare nuovi posti letto da riservare ai malati Covid. Con il peggiore della situazione è corsa contro il tempo. E la conseguenza è che - dovendo spostare il poco personale degli organici all’osso, tra sospensioni e casi di positività - alcune attività, come quelle chirurgiche non di urgenza, potrebbero subire ulteriori rallentamenti.


LA SITUAZIONE
A ieri al Santa Maria degli Angeli di Pordenone i ricoverati Covid erano circa una novantina. I ventotto posti, di cui cinque di terapia sub-intensiva, della Pneumologia sono ormai pieni da tempo. A questi si sono aggiunti i 43 posti letto della Terza Medicina: il reparto è stato riconvertito proprio in quest’ultima settimana proprio in “supporto” alla Pneumologia e per rispondere alla necessità di nuovi ricoveri quotidiani. In Terza Medina sono stati trasferiti anche i circa venti pazienti risultati positivi nella Seconda Mediciana (al secondo piano della stessa palazzina del padiglione C): il reparto, sempre da questa settimana, è in quarantena e dunque i ricoveri sono per il momento stoppati. A questi si aggiungono i circa 25 posti letto della Rsa di Maniago dove vengono trasferiti i pazienti ancora positivi al Covid ma non più bisognosi di cure intensive. Negli ultimi giorni anche questa struttura ha esaurito la disponibilità di accoglimento.


LA RIORGANIZZAZIONE
I pazienti con patologia internistiche no-Covid, vista la difficoltà delle due Medicine, vengono dirottati nelle stanze della Chirurgia nel padiglione A: a ieri erano oltre 35 i pazienti seguiti dalla Medicina nei posti letto della Chirurgia. Questa situazione comporta anche l’utilizzo di parte del personale della Chirurgia e inevitabilmente il rallentamento delle attività chirurgiche programmate e non urgenti. Una possibilità resta il ricovero di pazienti internisti no-Covid nella Medicina dell’ospedale di San Vito che, sempre a ieri, aveva superato i 50 posti letto occupati. Per rispondere invece all’incremento dei ricoveri di pazienti Covid non è escluso che venga ri-trasformata la Chirurgia della mano: una ventina di posti letto che potrebbero rappresentate un “respiro” per alcuni giorni. Resta poi il problema delle Rsa di Sacile (per la quale Arcs, l’Agenzia regionale starebbe cercando un nuovo gestore nella graduatoria della gara) che starebbe ospitano 3, 4 pazienti e di Roveredo (sarebbero una decina) dove c’è stata la proroga per la gestione. Restano poi pienamente operative le Rsa di San Vito e di Azzano (una cinquantina i posti complessivi) che comunue sono insufficienti alle richieste in questo momento di emergenza.


PERSONALE


Il sindacato denuncia un situazione molto difficile e sempre più pesante con personale sempre più ridotto. «L’Azienda - sottolineano Cgil, Uil e Nursind - continua con il proposito di non assumere. In piena quarta ondata ha infatti prorogato i contratti a tempo determinato sino al 30 dicembre. Questa “fiaba” delle proroghe permane da inizio pandemia e ha creato solo incertezze e fuggi-fuggi di personale. In sofferenza non solo i reparti Covid - continua la nota - ma anche la Medicina di San Vito e l’assistenza domiciliare che è depauperata per mantenere in vita la Rsa di Sacile. La Chirurgia sta esplodendo. In genere dovrebbe esserci un infermiere ogni 6 pazienti, siano invece a uno ogni 12 e lo stesso vale per gli Oss. Il direttore generale di Asfo deve assumere, i soldi ci sono proceda con le assunzioni. La politica e le istituzioni facciano finire questa situazione e chiedano le dimissioni di Polimeni» Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino