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TREVISO - Il Covid Point di Treviso farà gli straordinari per tagliare le code. L'Usl ha deciso di allungare l'orario di tre ore, facendo slittare la chiusura dalle 19 alle 22. E allo stesso tempo scatterà la riorganizzazione: la mattina, dalle 8 alle 14, sarà dedicata ai tamponi per alunni e studenti, mentre il pomeriggio, dalle 14 alle 22, le porte saranno aperte a tutti gli adulti. Uno schema, quest'ultimo, che verrà adottato anche per il Covid Point di Dosson di Casier, fino a questo momento riservato agli screening scolastici.
LE NUOVE MISURE
Le nuove misure dovrebbero essere annunciate già nelle prossime ore. Il primo gennaio, intanto, resteranno attivi 3 centri tamponi: l'ex dogana di Treviso, l'ex Velo di Altivole e la Zoppas Arena di Conegliano (tutti dalle 14 alle 17). A fronte dell'enorme mole di richieste, poi, sono già stati allungati gli orari di apertura che erano stati previsti per il 2 gennaio. Sono queste le mosse messe in conto dall'Usl per provare a ridurre le attese, fermo restando che può accedere ai Covid Point solo chi ha l'impegnativa del medico o la mail di invito del servizio Igiene e sanità pubblica. Ieri, 29 dicembre, il centro tamponi di Treviso ha vissuto una nuova giornata di passione: la fila di auto davanti all'ex dogana è arrivata fino alla rotatoria della tangenziale. Di conseguenza i cittadini sono stati ancora una volta costretti ad aspettare diverse ore per riuscire a sottoporsi al test. «Stiamo gestendo la fine dell'isolamento per 12mila studenti. Ai quali si stanno aggiungendo oltre 1.500 nuovi positivi al giorno.
POLEMICHE E STRATEGIE
E da qui ora potrebbe arrivare un nuovo aiuto. I sindacati stanno predisponendo una lettera per chiedere al ministero di poter eseguire i tamponi in farmacia anche alle persone con sintomi simil-influenzali. Al momento non si può, al netto del fatto che qualche medico di famiglia invia già i propri assistiti in farmacia. «Testare in farmacia anche i sintomatici? È uno scenario possibile -apre Franco Gariboldi Muschietti, presidente di Farmacieunite- ci siamo già confrontati tra organizzazioni sindacali e siamo pronti a presentare una proposta per un allargamento in questo senso. Ma è necessario rivedere il protocollo sottoscritto con il commissario Figliuolo». Il governatore Luca Zaia aveva già avanzato la stessa proposta a livello nazionale. Adesso tocca alle farmacie. Per l'Usl sarebbe l'ideale. Nel primo pomeriggio di ieri, inoltre, c'è stato un confronto tra Manuela Lanzarin, assessore regionale alla Sanità, e i rappresentanti delle farmacie. L'ipotesi di fare tamponi in farmacia anche di domenica resta formalmente in piedi. In realtà, però, le cose sono complicate. «Non diciamo di no a priori -specifica Muschietti- ma a livello pratico è difficile gestire i tamponi in turni festivi, chiedendo al personale di fare gli straordinari». In tutto ciò i medici di famiglia non hanno gradito troppo il richiamo a timbrare prescrizioni appropriate per i tamponi. «Dubitare della nostra professionalità è a dir poco vergognoso -mette in chiaro Bruno Di Daniel, segretario dello Snami di Treviso, il sindacato autonomo del medici- sono le norme che prevedono che chi ha sintomi venga inviato a fare un tampone. Come si può immaginare che qualcuno scelga di contattare il proprio medico e di farsi poi diverse ore di attesa davanti ai Covid Point solo in vista di una cena o di un veglione? Qui non è una questione di furbetti. È una questione di regole. Se si vuole, si cambino».
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Il Gazzettino