Medico adriese mette a punto i protocolli per gli ospedali Covid free: ora è studiato a livello internazionale

Il dottor Marco Bassanello, originario di Adria
ADRIA - Parla adriese il modello di Covid-free hospital dell’ospedale “Giovanni XXIII” di Monastier (Treviso), diventato punto di riferimento per la...

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ADRIA - Parla adriese il modello di Covid-free hospital dell’ospedale Giovanni XXIII” di Monastier (Treviso), diventato punto di riferimento per la comunità scientifica internazionale. Sulle procedure adottate nella lotta al Covid è stata redatta una pubblicazione a cura del dottor Marco Bassanello, originario di Adria, vicedirettore sanitario e Covid manager appunto del “Giovanni XXIII”. La pubblicazione mette in luce come siano stati adottati dei sistemi di contenimento del virus tali che, se mai dovesse ricapitare una pandemia, potrebbero essere presi d’esempio dalla comunità scientifica per continuare a garantire cure in sicurezza ai pazienti Covid-negativi affetti da altre patologie. 


Bassanello, classe 1968, è nato e cresciuto nel quartiere Bortolina dove il padre, artigiano, gestiva una pelletteria. Laureatosi e specializzatosi a Padova, ha a lungo lavorato al Pronto soccorso della città del Santo e di Mirano. Durante la pandemia, la struttura di Monastier ha adottato fin da subito il modello organizzativo del Covid-free che ha consentito di operare in sicurezza nei confronti della maggioranza della popolazione non colpita dal virus, che necessitava di cure per le altre patologie. Un esempio virtuoso che è stato validato dalla comunità scientifica tanto da essere pubblicato su uno dei siti più autorevoli del settore, l’IntechOpen. 

NUOVO MODELLO DI LAVORO

Lo studio evidenza come il plesso sanitario trevigiano sia riuscito a garantire l’attività grazie alla modulazione - conversione dei reparti e dei servizi a seconda dell’andamento della pandemia. Determinante il coordinamento “snello” da subito adottato: l’utilizzo di tamponi molecolari sequenziali per i pazienti e per il personale, al fine di individuare immediatamente un potenziale cluster prima della sua esplosione; percorsi separati in entrata-uscita dai reparti e servizi per utenza e personale; controllo ferreo dell’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, anche ai varchi dell’ospedale; sanificazioni degli ambienti istantanei con strumenti di ultima generazione. Tra le procedure adottate anche l’isolamento di soggetti infetti in stanze a pressione d’aria negativa con aree di vestizione separate. 

RECUPERO DELLE PRESTAZIONI


«Organizzare un Covid-free hospital è stato assai complesso perché ha significato stravolgere la routine dell’organismo - commenta Bassanello - ma è stata un’esperienza molto interessante e importante». Se durante la pandemia il carico dei pazienti Covid è stato devastante per il Servizio sanitario nazionale, secondo Bassanello, lo è ancora di più se si considerano gli arretrati in termini di prestazioni da recuperare e di danno alla salute per i ritardi accumulati. «Se si dovesse ripresentare un evento catastrofico come è stata la pandemia - conclude - credo sia assolutamente necessario mettere in atto tutti gli accorgimenti utili per arginarlo, ma anche per continuare ad erogare prestazioni alle persone non colpite. Il nostro Covid-free hospital ha in questa occasione rappresentato un vero modello organizzativo».
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Il Gazzettino