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TREVISO - C'è un'altra operatrice destinata alla sospensione perché non ha voluto vaccinarsi contro il coronavirus, senza un valido motivo. Si tratta di una lavoratrice dell'Israa di Treviso. Adesso è solo una questione di tempi burocratici. Dopo le lettere inviate dall'Usl a mille operatori della sanità che non si sono ancora sottoposti alla prima iniezione del vaccino, il medico competente dell'azienda sanitaria ha iniziato a convocare i diretti interessati per chiedere loro conto della motivazione. Nel dettaglio, sono già stati chiamati tre dipendenti dell'Israa. In due casi sono stati riscontrati validi motivi che hanno portato al rinvio dell'iniezione. Nell'ultimo caso, invece, è emerso solo il rifiuto. Ora l'Usl segnalerà al datore di lavoro le persone che non si sono vaccinate senza una valida ragione. E a quel punto l'Israa, ammesso che non individui una mansione diversa dall'assistenza, procederà con la sospensione della lavoratrice in base al decreto sull'obbligatorietà della vaccinazione anti-Covid per il personale sanitario a contatto con gli anziani e i soggetti fragili.
IL PRIMO PROVVEDIMENTO
La nuova segnalazione arriva dopo il primo caso di sospensione registrato nella Marca che riguarda un'operatrice no-vax della casa di riposo Villa Belvedere di Crocetta.
LA TERZA ONDATA
Nel frattempo l'epidemia continua a rallentare la propria corsa. Oggi lo si vede anche negli ospedali. «Siamo tornati sotto quota 100 ricoveri di pazienti Covid positivi. Compresi 15 in Terapia intensiva conclude Benazzi siamo al minimo storico. Questo adesso ci consentirà di iniziare a recuperare 8mila interventi chirurgici non urgenti, tra piccoli e grandi, che erano rimasti in sospeso nel momento peggiore dell'epidemia».
M.Fav Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino