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Il peso si faceva sentire già lungo la strada ma ora che novembre è finito basta osservare e leggere i numeri per capire quale sia stata l’entità reale del fardello che il Veneziano si è portato sulle spalle nel nono mese della pandemia da coronavirus. Contagi, ricoveri, decessi: tutti indicatori aumentati, lievitati, esplosi giorno dopo giorno. Per quanto riguarda le croci, il dato è in controtendenza anche con l’andamento regionale (ne parliamo a pagina 2 del fascicolo nazionale) che ha visto un alleggerimento. Venezia e la sua area metropolitana invece no, hanno sofferto e sanguinato ad ogni bollettino di Azienda Zero con dimensioni mai viste da quando, all’1.30 del 22 febbraio, il nemico invisibile è arrivato. Da domenica 1 novembre a ieri, lunedì 30 novembre, ci sono stati 247 morti. Polverizzato il record di aprile, quando le croci erano state 137, cioè 110 in meno. I contagi sono aumentati in maniera esponenziale: 12.838, impossibile ogni confronto con i dati precedenti. L’impennata dei nuovi positivi deve essere letta a fronte, va detto, di un altrettanto maestoso incremento dei tamponi: novembre è il mese nel quale ne sono stati fatti di più. In salita anche i ricoveri che con 311 nuovi ingressi hanno fatto segnare il picco massimo da inizio pandemia, molto vicino però a quel 301 segnato a marzo, quando la pandemia stava esplodendo per la prima volta e non solo nel Veneziano. Numeri che danno la cifra di come il virus morda ancora alle caviglie tutto il territorio provinciale e che dimostra come novembre sia stato il mese nero, il peggiore da quando l’area metropolitana di Venezia si è trovata a fare i conti con la pandemia da coronavirus. Nessuno dei mesi scorsi si può avvicinare per ordine di grandezza alle variazioni degli ultimi trenta giorni, che sono solo l’apice di una crescita continua iniziata - numeri alla mano (come mostra il grafico in alto) in concomitanza con le riaperture dell’estate. Anche per questo si cerca di fare in modo che le prossime festività del Natale siano le più blindate possibili: osservando i numeri dei mesi passati si può in qualche modo immaginare cosa potrebbe esserci nel futuro. Il calvario del Veneziano è iniziato metà mese, sabato 14 novembre quando sono stati registrati 668 nuovi casi. Quel giorno si era assistito al primo aumento monstre dei decessi che con 12 morti avevano superato il boom di metà aprile. Si pensava fosse un episodio sporadico - anche per gli aumenti relativamente leggeri dei giorni successivi - si è invece dimostrato il prologo di una situazione da far tremare i polsi.
La carrellata è ripresa mercoledì 18 novembre: 15 morti come il 19 novembre. Per inanellarne altri 13 il giorno dopo, fino agli aumenti terribili della scorsa settimana: 14 croci lunedì scorso, 16 martedì, 20 (record assoluto) mercoledì 25 novembre, 11 giovedì, altri 15 venerdì e ancora 11 sabato: 106 morti in una settimana, aggiungendo all’elenco anche le vite spezzate domenica (4) e ieri, 15.
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Il Gazzettino