Operatrice no vax innesca focolaio all'Hospice: 7 contagi e un morto

L'Hospice di San Vito
L’ombra degli operatori sanitari no vax sulla sanità del Friuli Venezia Giulia. Un caso, in particolare, scuote la provincia di Pordenone. Un’operatrice...

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L’ombra degli operatori sanitari no vax sulla sanità del Friuli Venezia Giulia. Un caso, in particolare, scuote la provincia di Pordenone. Un’operatrice sanitaria “no vax” che lavora all’Hospice di San Vito al Tagliamento ha infatti innescato un focolaio all’interno della struttura che ospita pazienti affidati alle cure palliative e al percorso del fine vita. A partire dal primo caso, al momento si contano cinque ulteriori contagi tra gli operatori sanitari dell’Hospice e due tra gli ospiti. Un paziente ha perso la vita: era però in gravissime condizioni già prima di contrarre l’infezione, che dal punto di vista strettamente clinica si era manifestata in modo asintomatico. 


COS’È SUCCESSO
L’Hospice di San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone, era tornato alla sua funzione originaria in giugno, dopo una prima ondata caratterizzata dalla trasformazione in reparto Covid. L’attività ordinaria è stata minata dal primo caso di contagio il 30 marzo scorso. Un’operatrice dichiaratamente “no vax” è risultata positiva al tampone nel corso dei controlli di routine. Sono scattate immediatamente le procedure di isolamento e nei giorni successivi sono stati testati ripetutamente anche i pazienti della struttura. Per giorni i risultati sono stati confortanti: tutti negativi, più volte, ai tamponi a tappeto. Nelle ultime ore, però, il quadro è radicalmente cambiato. Il focolaio che tanto si temeva, è effettivamente scoppiato. E tutto è partito dal primo contagio contratto dall’operatrice contraria al vaccino. 


L’EVOLUZIONE
Ci sono voluti quindici giorni, perché il cluster diventasse realtà. Sempre nel corso dei controlli sistematici che vengono svolti dall’Azienda sanitaria all’Hospice di San Vito, è emersa la positività di altri cinque operatori sanitari. E qui si apre un caso nel caso. Tre di loro, infatti, hanno scelto di non vaccinarsi esattamente come la prima operatrice che aveva contratto l’infezione. Gli altri due invece, non avevano potuto effettuare l’iniezione per problemi personali non legati al Covid e stavano semplicemente attendendo il loro turno dopo aver già fissato l’appuntamento per la vaccinazione. Ora invece dovranno aspettare molto di più e soprattutto sconfiggere il Covid portato nella struttura dall’operatrice no vax. Il contagio, come detto, si è propagato anche tra i pazienti. Due i casi accertati. Uno dei degenti ha perso la vita, a causa però delle gravi patologie di cui soffriva in precedenza. Il secondo paziente è in condizioni discrete per quanto riguarda la sintomatologia legata al Covid. 


LE MISURE


Ora l’Hospice vive ore d’ansia ed è tornato in piena emergenza. Dopo i nuovi contagi, che hanno certificato l’esistenza del focolaio, sono scattati i protocolli di sicurezza e i nuovi isolamenti dei contatti stretti. Il personale è ridotto all’osso e la struttura attende rinforzi da altre realtà del sistema sanitario locale. Intanto la Regione da giorni ha messo in campo una stretta contro gli operatori sanitari no vax, inviando una lettera ufficiale alle Aziende al fine di individuare tutti i dipendenti contrari alla vaccinazione. Una volta incrociati i dati, possono scattare sanzioni o cambi forzati di mansione. 

 

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Il Gazzettino