Mutui, Volksbank congela rate per 130 milioni di euro nel bellunese

Vittorio Puccella (Responsabile area Belluno, Treviso e Pordenone) e Alberto Naef (Direttore Generale)
«Prima dell’inverno bisogna mettere via il fieno». Alberto Naef, numero uno di Volksbank, sceglie una metafora bucolica per spiegare come il suo istituto di...

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«Prima dell’inverno bisogna mettere via il fieno». Alberto Naef, numero uno di Volksbank, sceglie una metafora bucolica per spiegare come il suo istituto di credito si sta muovendo nei mesi difficili della pandemia. Un periodo in cui chi presta i soldi ha anche la necessità di dare rassicurazioni. E di rassicurazioni nei giorni in cui la campagna vaccinale subisce uno stop dopo l’altro ne servono parecchie. 


LE MORATORIE
Nei documenti interni della banca l’ultima riga del capitolo moratorie dice che la banca di Bolzano ha congelato 130milioni di euro di rate in provincia di Belluno: 51 dei quali riconducibili a privati e il resto delle aziende. A fronte di 62milioni di euro di finanziamenti erogati per il territorio per progetti legati all’emergenza Covid. «Non è vero che le moratorie non si possono fare - spiega Naef - è che le moratorie implicano un aumento degli accantonamenti ma noi abbiamo deciso di procedere in questo modo». Numeri che rendono bene l’idea di quanto la crisi abbia inciso nei portafogli dei bellunesi. In provincia, per permettere un rapporto, la massa amministrata da Naef è di un miliardo di euro. Fatte le debite proporzioni è possibile capire quanto il momento difficile abbia condizionato i progetti per il futuro. Non solo per le famiglie ma anche per le aziende e più in generale per il territorio. «Un territorio in cui - spiega Vittorio Puccella, capo area di Belluno, Treviso e Pordenone della banca - ci si mette un’ora e quaranta per andare da Belluno a Tai di Cadore».
IL CONFRONTO
Ma con una banca nata dall’altra parte, in quel Sud Tirolo che è spesso visto come un mito, sono inevitabili i confronti. «In Alto Adige l’approccio culturale è diverso - spiega Naef - è una questione di mentalità, coraggio e infine di ecosistema. Quando ci siamo trovati davanti imprenditori bellunesi che ci hanno chiesto aiuto per acquisire delle strutture alberghiere abbiamo chiesto quali fossero i progetti. Oggi la soluzione non è più mettere a disposizione delle camere d’albergo. La garanzia di riempirlo, senza un progetto, non è scontata. In Alto Adige la solidarietà è anche comprensione, c’è una competizione collaborativa».
I DISTRETTI
Un territorio che la pandemia ha cambiato e continua a cambiare, i distretti sono quasi spariti e diventa anche difficile individuare gli interlocutori: «Oggi i distretti sono rappresentati dalle grandi aziende. Per noi l’importante è mantenere il contatto con il territorio. Dove i grandi gruppi bancari vogliono chiudere gli sportelli noi vorremmo aprirli. Magari non tutti i giorni, alternandoli ma offrendo una presenza nel territorio perché prima o poi arriva per tutti il momento in cui andare in banca a chiedere il mutuo per cambiare casa o cambiare vita».
LE DIMENSIONI

Nella geografia Bellunese di Volksbank il cuore pulsante è la filiale di Cortina: 140milioni di euro di massa amministrata, altri cento milioni li gestisce la capofila di Tai. «Nel momento difficile a fare la differenza sono le persone e noi siamo degli specialisti in termini di relazioni. Continuiamo a investire in modo microchirurgico con operazioni assistite. Siamo vicini alle associazioni locali supportandole. Siamo gli unici che elargiamo contribuiti alle società sportive, per esempio. Ma siamo anche consapevoli di dover far contenti i nostri azionisti, persone serie e motivate, per questo ci stiamo impegnando a fondo per garantire loro un ritorno nel prossimo bilancio».

 

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Il Gazzettino