Prima il Covid poi altri attacchi: muore ex-tecnico delle giovanili del Rovigo

Franco Cestari era rimasto ricoverato all'ospedale di Trecenta per 46 giorni
ROVIGO  - Affabile e disponibile, la morte di Franco Cestari, a 72 anni, ha lasciato un profondo vuoto in quanti avevano avuto modo di conoscerlo, sia per motivi...

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ROVIGO  - Affabile e disponibile, la morte di Franco Cestari, a 72 anni, ha lasciato un profondo vuoto in quanti avevano avuto modo di conoscerlo, sia per motivi professionali, visto che ha lavorato a lungo al Provveditorato, sia sportivi, per il suo infaticabile impegno in ambito nel calcio dilettantistico locale, come allenatore e dirigente. Oltre al calcio, però, ad appassionarlo c’era anche il bridge, tanto da entrare a far parte del consiglio direttivo dell’Associazione Bridge Rovigo.

A ricordarlo con affetto, non nascondendo tutto il proprio dolore è il presidente della Provincia Ivan Dall’Ara, suo amico storico oltre che collega in ambito scolastico, che rivolge il proprio cordoglio ai familiari e ne traccia un commosso ricordo: «Ci ha lasciato in punta dei piedi, senza clamore, come ha sempre vissuto la sua vita, in seguito ad un’agonia post Covid dopo 46 giorni di permanenza all’Ospedale di Trecenta. Sembrava avesse sconfitto definitivamente il virus ma la degenza successiva gli è stata fatale, essendo il suo fisico già troppo debilitato».

COLPITO DAL COVID

Il Covid, infatti, lo ha colpito duramente, costringendolo ad un lungo ricovero di oltre un mese e mezzo al San Luca. È stato infatti uno dei tantissimi ricoverati nella prima fase della terribile seconda ondata, rimanendo in ospedale da fine ottobre fino ad inizio dicembre. Uomo di sport, tanto gentile quanto tenace, sembrava aver superato vittoriosamente anche questa difficile partita, ma gli strascichi della malattia, uniti ad altre patologie altrettanto pesanti ed aggressive, hanno poi fiaccato le sue ultime resistenze. Franco lascia la moglie Anna, due figli e due adorate nipotine «Per sapere chi era e quanto era conosciuto Franco Cestari - aggiunge Dall’Ara - sarebbe bastato partecipare alle sue esequie avvenute qualche giorno fa. Franco è stata una figura storica dell’ex Provveditorato agli Studi di Rovigo. Ci ha lasciato in punta dei piedi, senza clamore, come ha sempre vissuto la sua vita, in seguito ad un’agonia post Covid dopo 46 giorni di permanenza all’Ospedale di Trecenta. Sembrava avesse sconfitto definitivamente il virus ma la degenza successiva gli è stata fatale, essendo il suo fisico già troppo debilitato.

CALCIO E BRIDGE



Franco era una persona conosciutissima a Rovigo: titolare di una storica tabaccheria del centro negli anni ‘70, è stato il mister di svariate generazioni di ragazzi del Calcio Rovigo, un grande campione di bridge, e negli ultimi anni un meraviglioso nonno dedito alla famiglia. Addio Franco, con te se ne va un pezzo di storia di Rovigo e una parte di noi perché eri una delle persone più buone, dolci e tenere che io abbia mai conosciuto». Numerose le persone che hanno voluto a loro volta manifestare il proprio dolore per la scomparsa di una persona che definiscono «gentile e sempre sorridente». E se non mancano i ricordi di chi ha lavorato insieme a lui, come Enzo Paggioro, che rivolge le condoglianze alla moglie ed ai familiari del «caro amico e collega d’ufficio dell’ex Provveditorato agli Studi di Rovigo», qualcuno, invece, ripesca dalla memoria immagini all’interno di un locale che, per chi ha qualche anno sulle spalle, è sinonimo di ritrovo di sportivi: «Ciao Franco, ti ricordo al Bar Luce con il mio caro papà a parlare della nostra Inter: sei stato una bellissima persona».
 

 

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Il Gazzettino