Covid, due morti e 97 contagiati: adesso è allarme

Sono decedute due persone che inizialmente erano state ricoverate all'ospedale di Adria (foto) e poi erano state trasferite nell'Unità Covid di Trecenta
ROVIGO - A tre passi dalla tripla cifra sul fronte dei contagi giornalieri e altri due lutti: il bollettino di ieri è uno dei più pesanti degli ultimi mesi e...

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ROVIGO - A tre passi dalla tripla cifra sul fronte dei contagi giornalieri e altri due lutti: il bollettino di ieri è uno dei più pesanti degli ultimi mesi e conferma la piena ripresa epidemica. A spegnersi sono stati due dei sette pazienti contagiati nel focolaio all’ospedale di comunità “ordinario” dell’ospedale di Adria e che erano stati trasferiti nell’ospedale di comunità Covid di Trecenta, una 83enne di Crespino e un 88enne di Adria. Quest’ultimo è Vinicio Fregatti, ex professore di matematica alle Magistrali e a Ragioneria, dal 1968 al 1972 segretario adriese prima e provinciale poi del Psiup e in seguito, segretario del Psi fino al 1980, ricoprendo a Palazzo Tassoni i ruoli di assessore ai Lavori pubblici e all’Urbanistica, oltre che di consigliere comunale. Fondatore e presidente del Circolo dei collezionisti di Adria, è stato autore di diverse pubblicazioni sulla storia postale e filatelica di Adria e del Polesine. Lascia la moglie Clara e i figli Marco e Donatella. «Più che morti “di Covid”, in entrambi i casi è forse più opportuno parlare di morti “con Covid” - sottolinea il direttore sanitario dell’Ulss Polesana Alberto Rigo - trattandosi di due pazienti con una situazione di base molto compromessa, con commorbilità pesanti oltre a un’età particolarmente avanzata e che per questo si trovavano già ricoverati. Attualmente non sono emersi contagi ulteriori rispetto ai sette pazienti, che erano stati subito trasferiti a Trecenta, e all’operatore di una ditta esterna. Il monitoraggio sta continuando e tutti i protocolli sono stati attivati».



I NUMERI

Con i due decessi di ieri le morti riconducibili al Covid fra residenti in Polesine salgono a 556 dall’inizio dell’epidemia e a 16 in novembre, oltre a quello di un paziente sempre ricoverato a Trecenta seppur residente in Sicilia e domiciliato in provincia di Venezia. Il mese in corso sta facendo registrare il bilancio più tragico dallo scorso aprile, che si era chiuso con 38 decessi. Basti pensare che sommando le morti Covid dei mesi di maggio, giugno, luglio, agosto, settembre e ottobre si arriva a 17, quasi lo stesso numero dei primi 26 giorni di novembre.
E a proposito di numeri che non si vedevano da mesi, spiccano i 97 contagi emersi dalle 12 di giovedì alle 12 di ieri, cifra che non si vedeva da marzo. Le guarigioni emerse, invece, sono state 40, così sono saliti a 678 i polesani attualmente positivi. Fra l’altro, delle 97 nuove positività, sono appena 36 quelle accertate in persone già in quarantena grazie al tracciamento del Sisp, che a oggi registra 1.802 persone poste in isolamento domiciliare. A questo proposito il direttore generale dell’Ulss Patrizia Simionato rimarca come «oltre all’enorme sforzo nella riorganizzazione dell’attività vaccinale, sono state implementate le risorse a disposizione del Dipartimento di prevenzione, in modo da avere in servizio 30 persone ogni giorno da dedicare alla fondamentale attività di contact tracing e di isolamento dei contatti di positivi, in modo da ridurre la trasmissione del virus e circoscrivere prontamente eventuali focolai. Siamo impegnati anche nell’attività di esecuzione di tamponi, analogamente rafforzata, con cinque punti di esecuzione attivi sette giorni su sette».

Tamponi che fra antigenici rapidi e molecolari, sono vicini a quota un milione, 998.380 ieri alle 12, 194.783 dall’inizio di novembre. Dal punto di vista dei ricoveri, si resta stabili a 33, nonostante i due decessi, per effetto di nuovi ingressi. Tuttavia restano due anche i pazienti in Terapia intensiva, mentre 15 sono i pazienti in Area medica e semintensiva, 4 in Malattie Infettive a Rovigo e 12 nell’ospedale di comunità Covid. Restano quattro i casi di positività nelle Rsa, due dei quali in lavoratori non a contatto con gli ospiti.
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Il Gazzettino