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Nel periodo più duro delle pandemia, quando i numeri dei ricoverati in ospedale e dei decessi salivano inesorabilmente, nella Marca una truppa di medici di base è riuscita ad alzare un argine e curare a casa i propri pazienti risultati positivi senza intasare gli ospedali. Un gruppetto di undici professionisti, sui 520 totali della Marca, da agosto a oggi ha registrato zero pazienti positivi al Covid ricoverati negli ospedali trevigiani. Una parte di loro è anche “massimale”, quindi con il massimo consentito di pazienti da seguire. Il che, in questi frangenti, si è tradotto in una massa considerevole di positivi da visitare e controllare. Ma anche le situazioni più delicate sono state contenute senza la necessità di cure più intense. Altro dato: tra chi invece ha avuto almeno un paziente ricoverato, sono 252 i medici a non aver registrato nessun decesso.
LA FRECCIATA
«E in questo gruppo Riccado Szumski non c’è - sottolinea il direttore Generale dell’Usl Francesco Benazzi - è un bravo medico, ma come ce ne sono tanti altri nella Marca. I suoi risultati sono nella media. Non è giusto farsi passare per un guaritore, iniziamo a smitizzare quello che dice». E poi sull’idrossiclorochina, la “cura” per cui Szumski ha dato vita anche a una battaglia legale ma che l’Usl e la letteratura scientifica non considerano la via migliore per contenere l’infezione da Covid: «Ormai è accertato che l’idrossiclorichina - spiega Benazzi - funziona solo dopo un mese dal suo utilizzo iniziale. Per aggredire il Covid sono invece necessari i cortisonici. Questi medici hanno ottenuto risultati così importanti seguendo alla lettera i protocolli dell’Usl. È fondamentale continuare su questa strada per garantire servizi e aiuti sempre migliori».
DAL SINDACATO
Ma la bacchettata, non tanto alle capacità professionali del medico-sindaco di Santa Lucia, quanto al suo modo di comunicare, arriva anche dai colleghi del medico-sindaco. «Szumski non è l’unico medico che a livello terapeutico prescrive l’idrossiclorochina, nei casi in cui la si può usare. Ma è l’unico medico che lo sbandiera facendone un cavallo di battaglia. Non è vietato, ma non condivido le modalità: non rientrano nel mio stile. Sembra quasi che tutti gli altri medici non abbiano a cuore i pazienti. Ovviamente non è così». A parlare è Brunello Gorini, dottore di famiglia a Salgareda e Ponte di Piave, uno dei camici bianchi del territorio che vanta i migliori risultati per quanto riguarda la cura a domicilio di pazienti Covid positivi, confermati da un ridotto numero di ricoveri e dall’assenza di decessi. Gorini premette che affronta la questione come segretario della Fimmg di Treviso, la federazione dei medici di famiglia, alla quale è iscritto lo stesso Szumski. In questa veste, non gli sono andati giù i distinguo sui vaccini anti-Covid fatti dal dottore di Santa Lucia di Piave, che ha specificato di non volersi vaccinare con i sieri Pfizer e Moderna perché, a suo dire, sviluppati con una modalità nuova, senza una sufficiente esperienza.
ATTENZIONE
«Se fossi un parroco parlerei di peccato di superbia – dice Gorini – c’è un ente europeo che ha certificato la sicurezza di questi vaccini.
Il Gazzettino