Vittima del Covid, chiude per 1 anno l'hotel St.Regis: 120 dipendenti a casa

Il prestigioso hotel St Regis (Marriott) a Venezia
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VENEZIA E niente. Il turismo internazionale, quello “bello” (americani, mediorientali, asiatici) non si riprende e il Covid miete le prime vittime nel settore del turismo di lusso. A Venezia, se non ci saranno nuovi interventi statali a sostegno della filiera del turismo, il prestigioso St. Regis, fiore all’occhiello della catena Marriott, chiuderà dal primo settembre per un anno intero.


IL GIGANTE IN DIFFICOLTÀ Questo significa che i 120 dipendenti della struttura (112 a tempo indeterminato, 8 a termine) rischiano di rimanere a casa non appena scadrà la moratoria sui licenziamenti. Questa scadrà il 17 agosto e quindi c’è solo un mese per correre ai ripari e capire cosa si può fare. Per questo la consociata italiana della Marriott ha inviato una lettera a Confindustria e alle organizzazioni sindacali spiegando la situazione di crisi, prospettando la chiusura a lungo termine in caso di mancata proroga degli ammortizzatori sociali. Il St. Regis, infatti, ha utilizzato il Fis durante la lunga ristrutturazione dell’albergo (che prima era il glorioso Europa & Regina” che nel 1908 ospitò Claude Monet) tra il 2018 e il 2019 e, una volta esaurita la Cassa integrazione Covid, non può avvalersi più di alcun ammortizzatore sociale. Questo, a differenza di altri alberghi che hanno da sparare ancora le cartucce del Fis, sperando che la situazione torni a sorridere al più presto.

POSTI A RISCHIO Al momento, però, la situazione è questa e quindi tutto il personale potrebbe essere identificato come in esubero, con il possibile avvio della procedura di licenziamento collettivo. «Questa è solo l’ipotesi estrema - spiega il direttore pro tempore, Gianrico Esposito (direttore dell’hotel Danieli), cui spetta il compito di gestire il difficile momento fino al 10 agosto, quando arriverà la nuova direttrice - perché la società conta su quella proroga degli ammortizzatori su cui dal Governo sono giunti segnali ma finora non provvedimenti. Il 27 termina la cassa integrazione e dobbiamo attivare dei tavoli per cercare di avviare un confronto con le parti sociali e l’associazione di categoria sul cosa fare. Al momento non esiste nessuna procedura di licenziamento collettivo e ci auguriamo che questa non sia mai presa in considerazione. Tuttavia, bisogna aprire ogni confronto possibile per evitare lo scenario peggiore».


IN ATTESA DEL GOVERNO Il primo di questi incontri potrebbe essere già oggi, nella speranza che il Governo conceda un sostegno più lungo alla filiera del turismo, che è destinata a soffrire ancora per molti mesi. È la richiesta che il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, ha avanzato al premier Giuseppe Conte dieci giorni fa, in occasione dell’esperimento del Mose. In questa filiera, gli alberghi di lusso con molte stanze sono quelli che soffrono di più e il St Regis è il caso più emblematico dopo l’upgrade del 2018-2019 che lo aveva adattato alle esigenze dei più danarosi viaggiatori americano e asiatici dotandolo di servizi all’avanguardia, oltre che di 169 stanze e 40 suite arredate con uno stile veneziano ispirato agli anni Cinquanta e allo stile di Carlo Scarpa. Avere ampi spazi comuni arredati con arte contemporanea, un nuovo giardino, servizi di eccellenza nei due bar e nel ristorante comporta costi ingenti, che in questo momento non sono coperti dagli incassi. In questi giorni, a Venezia, ci sono alberghi che hanno un tasso di riempimento anche superiore al 20 per cento. Ma sono solo quelli che stanno “meglio”.
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Il Gazzettino