Contagiati dal Covid "ospitati" all'Hotel Europa

Contagiati dal Covid "ospitati" all'Hotel Europa
ROVIGO C'è anche l'Hotel Europa, di viale Porta Po, fra le 16 strutture alberghiere individuate dalla Regione in tutto il Veneto per l'eventuale...

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ROVIGO C'è anche l'Hotel Europa, di viale Porta Po, fra le 16 strutture alberghiere individuate dalla Regione in tutto il Veneto per l'eventuale ospitalità delle persone contagiate dal Covid-19 ma che non necessitano di ricovero e hanno invece bisogno di uno spazio, separato rispetto ai propri familiari, dove trascorrere la propria quarantena.


CASI D'EMERGENZA
In Polesine, dove al momento la situazione ospedaliera è ancora abbondantemente sotto controllo nonostante i ricoverati siano saliti a 108, l'attivazione di questa modalità non riveste ancora carattere di urgenza. Tuttavia, già nei giorni scorsi, l'Ulss Polesana, in collaborazione con la Conferenza dei sindaci, aveva già avviato un'indagine di mercato per l'individuazione di operatori economici per l'affidamento del servizio alberghiero, per la durata di 5 mesi, finalizzato alla gestione dell'accoglienza volontaria di soggetti risultati positivi per Covid 19, autosufficienti e asintomatici, destinatari di un provvedimento di isolamento fiduciario da parte delle autorità sanitarie.
BANDO ANCORA APERTO
Il bando è formalmente ancora aperto, perché la scadenza per la presentazione delle manifestazioni di interesse scade venerdì. Ma, al momento, sembra essere arrivata solo la proposta dell'Hotel Europa, che l'Ulss Polesana valuterà insieme alla Conferenza dei sindaci. Fra le varie caratteristiche richieste dal bando, anche la localizzazione a Rovigo, non solo perché baricentro del Polesine, ma anche per maggiori comodità di gestione da parte dell'Ulss che, comunque, garantirà alcuni servizi alle persone che saranno ospitate. «Il progetto sperimentale aveva spiegato giorni fa l'azienda sanitaria - attivato per il periodo dicembre 2020-aprile 2021, sulla base di un finanziamento straordinario dei Comuni, prevede l'integrazione di più soggetti: la struttura ricettiva metterà a disposizione le attività alberghiere, adattate alla particolare condizione del paziente Covid positivo; l'Ulss curerà i criteri di inserimento e garantirà le stesse attività sanitarie che la persona avrebbe ricevuto al proprio domicilio; i Comuni svolgeranno le eventuali attività sociali a loro connesse».
LA STRUTTURA
L'Hotel Europa, noto ai rodigini soprattutto per il suo ristorante, si compone di 56 camere, che, come si legge nel sito della struttura sono «recentemente rinnovate e dotate di ogni comfort: telefono con linea esterna diretta, aria condizionata/riscaldamento indipendente, Tv Lcd con ricezione satellitare, presa modem e Wifi. Tutte le singole dispongono di terrazzino privato e comodo letto alla francese, ideale per chi viaggia». O, in questo caso, per chi non può proprio muoversi ed è costretto alla quarantena.
IN REGIONE

In totale sono 16 i Covid Hotel individuati dalla Regione in tutto il Veneto. L'elenco è stato diffuso ieri pomeriggio dalla Regione. Le strutture sono state indicate dalle Ulss e, si spiega, non necessariamente verranno attivate, ma lo saranno in base alle esigenze delle singole aziende sanitarie. Nelle province di Padova, Verona, Vicenza e Venezia sono stati individuati tre Covid Hotel, due a Treviso, mentre a Rovigo, come Belluno, si tratta di una sola struttura. Fino ad ora questa funzione, a Rovigo, è stata assolta dall'ospedale di comunità Covid, realizzato al San Luca. Inizialmente a questo scopo era stato dedicato uno dei quattro petali del quarto piano dell'ospedale di Trecenta, così come sono definiti i blocchi da 25 posti letto ciascuno. Ma l'Area Covid ormai li ha occupati tutti, con 85 ricoverati. In questi ultimi giorni i posti dell'ospedale di comunità, spostato al terzo piano, con presenze variabili attorno alla decina di pazienti, hanno accolto prevalentemente persone che non necessitavano più di particolari terapie, ma per le quali si riteneva ancora necessaria una certa assistenza infermieristica e, soprattutto, un'attività di riabilitazione post-degenza prima delle dimissioni, oltre che per le persone che, per problemi logistici non fossero in grado di andare in isolamento nella propria abitazione senza correre il rischio di contagiare i propri familiari.
Francesco Campi
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Il Gazzettino