Green pass per le isole, esposto in Procura: «È come un sequestro di persona»

Trasporto pubblico in laguna
VENEZIA - Perché il green pass base vale se si sale su un traghetto a Messina e alla Giudecca invece no? Nel...

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VENEZIA - Perché il green pass base vale se si sale su un traghetto a Messina e alla Giudecca invece no?


Nel giorno in cui i Governatori di Sicilia e Calabria hanno firmato un'ordinanza che autorizza gli spostamenti marittimi anche sulla scorta di un semplice tampone rapido negativo, pur rimanendo all'interno della propria auto e indossando una mascherina di protezione superiore, un gruppo di residenti delle isole minori della laguna di Venezia ha presentato un esposto in Procura sullo stesso argomento.

Nel mirino ai sensi dell'articolo 605 del codice penale, ovvero per il reato di sequestro di persona, ci sono il presidente del Consiglio dei ministri Mario Draghi, tutti i membri del Governo e il presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Gli attivisti del gruppo veneziano sono accomunati dal fatto di non essere (attualmente) vaccinati, di lavorare in centro storico a Venezia e di non possedere mezzi di trasporto propri che permettano gli spostamenti acquei. Nella denuncia si chiede dunque alla magistratura di intervenire in modo che venga tempestivamente abolito l'obbligo del green pass, o quanto meno che venga concessa una deroga sulla scorta di quella già riservata agli studenti e a chi deve spostarsi per motivi di salute, magari per raggiungere un punto tamponi non accessibile altrimenti.

I primi a partire con l'esposto in Procura sono stati un gruppo di residenti a Burano, Murano, Giudecca e Lido, che in alcuni casi da febbraio saranno comunque sottoposti all'obbligo vaccinale richiesto per gli over 50 che lavorano, ma che non hanno intenzione di adeguarsi fin da subito alla nuova disposizione. E promettono che, di settimana in settimana, la denuncia sarà riproposta da altre persone, nel tentativo di far fare retromarcia al Governo. «Non avendo a disposizione un mezzo proprio come abitualmente avviene in terraferma - sottolineano - non abbiamo alternative al trasporto pubblico. Anche un solo giorno di libertà di movimento può valere il nostro impegno».
 

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Il Gazzettino