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Traguardo centrato, ora la sfida principale è quella di mantenerlo, anche se la campagna di vaccinazione che avanza renderà sempre meno importanti i contagi e sempre più determinanti i ricoveri. Intanto, però, dopo mesi durissimi il Friuli Venezia Giulia si gode il risultato: ha raggiunto la quota di 50 contagi su 100mila abitanti su base settimanale. Si tratta della soglia in grado di aprire le porte alla zona bianca, anche se ormai il “giallo” nazionale prevede riaperture sempre più estese nelle prossime settimane.
I NUMERI
Da regione peggiore all’incidenza che secondo gli esperti permette il tracciamento e l’isolamento di tutti i casi. È questa la parabola del Friuli Venezia Giulia in soli due mesi, da marzo a maggio. E il simbolo è la provincia di Udine, che nel picco della terza ondata era andata addirittura al di sopra dei 300 contagi ogni 100mila abitanti: oggi è il territorio meno colpito di tutta la regione, con 35 contagi ogni 100mila abitanti. A Pordenone, invece, l’incidenza è di 47 casi, comunque molto bassa. Per quanto riguarda tutto il Friuli Venezia Giulia, i positivi sui 100mila abitanti sono esattamente 50: meglio solo Sardegna e Molise. Va ricordato che per centrare la zona bianca serve mantenere il parametro per almeno tre settimane. Ma tutto, viste le discussioni tra Regioni e governo, è destinato a cambiare.
I NUOVI INDICATORI
«Le Regioni hanno presentato al Governo la loro proposta per la revisione degli indicatori decisionali, offrendo la massima disponibilità ad un’ulteriore interlocuzione con l’Esecutivo.
I DETTAGLI
Meno peso all’Rt, che in Fvg è comunque abbondantemente sotto l’uno, e più importanza ai ricoveri (anche ieri in calo e tra i più bassi di tutta Italia) e all’incidenza dei contagi sui 100mila abitanti, un parametro di cui si è appena parlato. La zona rossa scatterebbe comunque sopra i 250 casi ogni 100mila abitanti sui sette giorni, mentre in arancione si andrebbe tra 150 e 249 casi, ma in questo caso si calcolerebbero soprattutto i letti occupati negli ospedali: rosso con le Intensive e le Medicine sopra il 30 e il 40%, giallo con i valori sotto il 20 e il 30%. I presidenti chiedono anche che l’incidenza sia calcolata su di una base minima di tamponi ogni 100mila abitanti, per evitare che siano penalizzate le regioni che effettuano più test. Ma l’obiettivo, come ha ribadito con forza il presidente Fedriga, è quello di abbandonare nei prossimi mesi il sistema dei colori. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino