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L’effetto c’è stato. Pesante, in termini di tensioni; importante e fondamentale, se si parla invece dell’aumento delle vaccinazioni che altrimenti probabilmente non si sarebbe mai verificato. Ma ora molto probabilmente si è arrestato, lasciando il Friuli Venezia Giulia in una sorta di stallo a un passo dall’obiettivo.
La campagna di vaccinazione nella nostra regione, infatti, ha subito una battuta d’arresto nei prossimi giorni. E il fenomeno riguarda due aspetti della stessa materia: le prime e le terze dosi.
COSA ACCADE
Le prime dosi sono in netto calo in regione. Significa che di base mancano le nuove prenotazioni per il vaccino. L’ultima impennata delle richieste era stata notata circa due settimane prima che il Green pass diventasse obbligatorio per accedere a tutti i luoghi di lavoro, cioè a inizio ottobre. Poi è arrivato il momento dei ritardatari, che hanno prenotato la loro prima dose a ridosso della scadenza. Ma adesso potrebbe essere arrivato un momento che si temeva: la “ricerca” dei non vaccinati potrebbe essere giunta al punto rappresentato dal “blocco” dei “veri” no-vax. Non chi si era lasciato prendere dalla paura, non chi era titubante, ma chi proprio non ne vuole sapere di immunizzarsi.
D’altronde i numeri degli ultimi giorni parlano chiaro.
I RICHIAMI EXTRA
I dati sono bassi anche per quanto riguarda la somministrazione delle terze dosi Pfizer a beneficio delle categorie fragili. Solo due volte nelle ultime due settimane, infatti, in regione sono stati iniettati più di 100 richiami nell’arco di 24 ore. Va ricordato che ora la prenotazione della terza dose è possibile anche per tutti i cittadini con più di 60 anni di età, oltre che per gli under 60 portatori di patologie gravi la cui lista è presente sul sito internet della Regione.
L’INTERVENTO
Della pandemia e degli obiettivi da raggiungere ha parlato alla Rai anche il presidente regionale Massimiliano Fedriga. «Qualcuno proverà a formare organizzazioni politiche dal movimento no Green pass. Non penso sia così semplice pensare di creare un’idea politica e un progetto politico di futuro basato sul sì o il no al Green pass. Non possiamo pensare di politicizzare o ideologizzare una pandemia: legittimamente qualcuno può avere proposte diverse, ma l’obiettivo è superare la pandemia e tornare alla normalità. Pensare che posizioni possano essere di un partito o di un’area o di un movimento che possa avere una prospettiva a lungo termine la vedo difficile e molto sbagliato. Non mi sarei mai aspettato che venisse così ideologizzata una pandemia». Fedriga ha precisato di «chiamare a responsabilità tutta la politica, da destra a sinistra: dobbiamo metterci in discussione tutti». Riferendosi quindi ai manifestanti che in questi giorni hanno protestato contro il Green pass a Trieste, Fedriga ha sottolineato che la composizione «è alquanto variegata».
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Il Gazzettino