Fedriga "imita" Biden e gli Usa: «Chi ha la doppia dose dev'essere libero». Ecco quanti sono in Fvg

Il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga
Un regime diverso, più libero, più normale. Quasi come “prima”, come quando il mondo non conosceva la parola Covid. In prospettiva, e in qualità...

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Un regime diverso, più libero, più normale. Quasi come “prima”, come quando il mondo non conosceva la parola Covid. In prospettiva, e in qualità di presidente della Conferenza delle Regioni, è anche a questo che lavorerà Massimiliano Fedriga. Ne ha parlato ieri a Villa Manin, a margine dell’iniziativa che prevede 2.200 dosi di Johnson&Johnson tra ieri e oggi. Lo spunto arriva da quello che succede già oggi negli Stati Uniti, dove i totalmente vaccinati possono incontrarsi senza mascherine (anche al chiuso). «Con il conforto dell’evidenza scientifica - ha spiegato Fedriga - la direzione dovrà essere la stessa anche per noi: nessuno deve innamorarsi di mascherine e distanziamento. Dovremo tornare rapidamente, e in sicurezza, a una vita libera. Quindi sì, proporrò una svolta alle Regioni su questo tema quando gli esperti ci diranno che sarà possibile». 


LA PROSPETTIVA
Cosa vorrebbe dire, per il Friuli Venezia Giulia, un regime diverso “dedicato” alle persone totalmente vaccinate? L’allentamento che intende proporre in futuro Fedriga prevederebbe più libertà (contatto fisico, mascherine abbassate, incontri) ma solo a chi ha effettivamente completato il ciclo, quindi ricevendo la doppia dose. Secondo il dato più aggiornato, in Friuli Venezia Giulia potrebbero godere dell’ipotetica svolta 175.811 persone. Ma considerando il fatto che nei prossimi due mesi (giugno e luglio) arriverà il momento delle seconde dosi anche per chi ha effettuato la prima somministrazione del vaccino AstraZeneca. E si parla di almeno altre 100mila persone, senza contare poi chi sta ancora attendendo il richiamo di Pfizer o Moderna, che viene inoculato a una distanza minore. 
LA LEVA
Garantire un regime più libero ai vaccinati servirebbe anche a convincere qualche indeciso in più. «Lunedì - ha confermato Fedriga - si apriranno le agende anche alla fascia d’età 40-49 e il nostro obiettivo è riempirle interamente, per sfruttare appieno la buona disponibilità di dosi del nostro servizio sanitario. Per quanto riguarda la situazione nazionale, sto avendo contatti informali con il governo e auspico vengano recepite le proposte della Conferenza delle Regioni, perché si tratta di idee costruttive e caute che guardano alla riapertura non solo perché possiamo permettercelo, ma soprattutto per ridare speranza a cittadini, imprese e lavoratori». 

Il vicegovernatore Riccardi ha evidenziato che «la logistica sta funzionando perfettamente, grazie alla professionalità degli operatori e alla disponibilità dei volontari, e il bel tempo ci sta aiutando. Complessivamente ieri l’Asufc (l’Azienda sanitaria della provincia di Udine) ha raggiunto il numero record di 5.700 vaccinazioni in una sola giornata, quindi credo che questo tipo di iniziativa - a Villa Manin -sarà sicuramente replicata. La vaccinazione non è un’operazione contro le persone, ma uno strumento per vivere meglio in sicurezza che deve essere utilizzato. L’utilizzo di Villa Manin è un segno di normalità, perché le persone vengono a trascorre qualche ora in un luogo piacevole e intanto si fa il vaccino. Per il successo della campagna vaccinale servono tre elementi: l’organizzazione, la disponibilità di vaccini e la volontà delle persone di vaccinarsi. I primi due elementi ora sono a regime, ora dobbiamo sfruttare gli strumenti che la scienza ci ha messo a disposizione».

 

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Il Gazzettino