Coronavirus, ecco quanto durerà la terza ondata in Fvg: picco previsto ad aprile

Un reparto di Terapia intensiva
PORDENONE E UDINE - Il 50 per cento dei nuovi focolai in più rispetto alla settimana precedente, cioè l’ultima di febbraio, con la quota 500...

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PORDENONE E UDINE - Il 50 per cento dei nuovi focolai in più rispetto alla settimana precedente, cioè l’ultima di febbraio, con la quota 500 abbondantemente superata. Un incremento di circa il 40 per cento dei focolai attivi, cioè dei centri di contagio che producono ancora positivi, e in questo caso si è attorno alla soglia dei mille. Sono i numeri emersi dall’analisi dei dati settimanali effettuata dalla task force regionale. Il tassello che mancava, dopo la conta dei contagi ormai già sviscerata (più di mille casi in più in sette giorni) è arrivato: il Friuli Venezia Giulia è a un passo dalla zona rossa, e domani (venerdì) arriverà la decisione ufficiale. Ma in questo momento dell’epidemia è anche un’altra la domanda da cui dipendono libertà individuali e ripresa economica: quanto durerà questa nuova ondata? Uno studio matematico prova a svelare il futuro a breve termine. 


L’ANALISI
In Regione sono ore di lavoro intenso. Si sta provando a confrontare le curve delle ondate precedenti con quella in corso, considerata anche l’incidenza della variante inglese. Si parte da un dato: l’incremento dei contagi, cioè l’inversione di tendenza dopo il periodo di calo, si è verificato attorno al 20 febbraio. Sino ad oggi ogni ciclo epidemico verificato in regione ha raggiunto il picco dei contagi all’incirca entro 45 giorni dalla ripartenza dei casi. È successo nella primavera 2020 e il modello è stato replicato a ottobre. La stima più credibile che è atterrata sulla scrivania degli esperti, quindi, è peggiore rispetto a quella comunicata di recente dal presidente Fedriga: la curva dovrebbe infatti raggiungere l’apice la prima settimana di aprile. E questo indipendentemente dalle restrizioni che saranno messe in campo. Quelle più dure, come la zona rossa ormai sempre più probabile, avranno un impatto sulla rapidità della discesa, ma non sulla salita, che ormai sarebbe inesorabile. Un mese “pieno” in apnea: ecco a cosa è atteso il Friuli Venezia Giulia. 
LO SCENARIO
In zona rossa, i contatti tra le persone non sono azzerati. Avvengono ancora di più nelle famiglie, primi centri di contagio in tutta Italia. Ci si deve quindi aspettare una diffusione del virus nelle abitazioni, per poi assistere a una riduzione della circolazione per effetto delle limitazioni ai movimenti dei cittadini. Ma tra gli esperti della task force regionale circola un timore: «Rischiamo di avere picchi da migliaia di casi al giorno», è la spiegazione che arriva da Palmanova. Qualcosa di mai visto in regione. 
Dopo l’impennata, è atteso il cosiddetto “plateau”, cioè la fase piatta. E la speranza è quella che le restrizioni la possano rendere breve, facendo scattare velocemente la discesa. Il picco dei ricoveri, invece, lo si dovrebbe vedere qualche giorno dopo rispetto a quello dei contagi, quindi verso il 10 di aprile. Gli ospedali, quindi, hanno ancora almeno un mese di fuoco davanti. Non è invece prevedibile l’andamento della mortalità, dal momento che si è di fronte alla prima ondata da affrontare con una quota di vaccinati tra la popolazione più anziana. 
L’APPELLO

Dal freddo modello matematico, si passa agli appelli che si susseguono negli ultimi giorni. Sono sinistramente gli stessi che si sentivano nel marzo del 2020, pur senza le auto con il megafono della protezione civile. «Rimanete in casa il più possibile», è la frase che ripetono gli esperti della task force regionale. Fedriga ha parlato - con cognizione - di «ultimo miglio». Ma pochi immaginavano che fosse così duro da percorrere. 

 

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Il Gazzettino