Fvg, scuole da lunedì al 70 per cento: ma è caos trasporti, ecco cosa si rischia

Studenti alla fermata
Non al 60, ma al 70 per cento. E non sarà una quota fissa, dal momento che ogni scuola potrà “sforare” il limite per arrivare magari al 71-72 per cento...

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Non al 60, ma al 70 per cento. E non sarà una quota fissa, dal momento che ogni scuola potrà “sforare” il limite per arrivare magari al 71-72 per cento oppure mantenersi a una quota leggermente più bassa. L’unica cosa certa sarà anche il principale fattore destabilizzante: i trasporti, anche se tecnicamente pronti all’urto già da fine dicembre, saranno costretti a lavorare al limite. E quello della sicurezza, sia a bordo che una volta scesi dai mezzi, diventerà il principale incubo delle prossime settimane. 


Sono gli effetti del “terremoto” provocato dalla scelta del Consiglio di ministri di portare dal 60 al 70 per cento il limite minimo della frequenza scolastica alle superiori a partire da lunedì nelle zone gialle, quindi anche in Friuli Venezia Giulia.
LE CONSEGUENZE
Ieri si sono riuniti due tavoli urgenti. Uno ha visto protagonisti i prefetti dei quattro capoluoghi; l’altro ha coinvolto la Regione, le parti sindacali, i rappresentanti degli studenti e quelli dei dirigenti scolastici. Si parte dal vertice tecnico con i prefetti. Il rientro alle superiori al 70 per cento non “chiama” altri autobus. Anche perché in regione sarebbe impossibile rintracciarli, come ha spiegato anche in consiglio regionale l’assessore Pizzimenti. Il piano, messo a punto a fine dicembre, aveva già portato in dotazione circa 150 nuovi pullman. Erano stati calcolati per arrivare a una frequenza scolastica del 75 per cento con il 50 per cento di posti disponibili a bordo. Quindi si arriverà al limite. I bus saranno affollati quasi al massimo, con le conseguenze logiche sotto il profilo della sicurezza anti-Covid. Ma ci saranno, in tutta la regione. Il problema sarà anche un altro e lo ha evidenziato il prefetto di Pordenone, Domenico Lione. «Ci saranno molti più studenti in giro - ha puntualizzato - e il tutto coinciderà con la riapertura di altre attività sul territorio». Ciò che sarà potenziato, quindi, sarà il servizio di vigilanza nei luoghi sensibili. Fermate dell’autobus, stazioni, uscita delle scuole. Aumenteranno i volontari (lo ha confermato anche il vicepresidente Riccardi) e anche le forze dell’ordine saranno più presenti. 
DETTAGLI TECNICI
«La raccomandazione della Regione per il ritorno degli studenti delle scuole superiori alla didattica in presenza, che sarà contenuta in una circolare stilata assieme all’Ufficio scolastico regionale - ha spiegato l’assessore Alessia Rosolen - è quella di dare avvio al rientro di una percentuale di alunni attorno al 70% dei 51mila totali. Il tutto prestando particolare attenzione alle classi quinte, ovvero circa 10mila ragazzi, che dovranno affrontare l’esame di maturità». «Al momento - ha aggiunto nel pomeriggio - non vedo particolari criticità». Come detto, le scuole potranno sforare, seppur di poco, il limite del 70 per cento. «Abbiamo chiesto e ottenuto che il limite non sia rigido», ha confermato Teresa Tassan Viol, dell’Associazione presidi. 
ATENEI 

Un’ulteriore preoccupazione è data dal fatto che da lunedì potranno riprendere in presenza anche le lezioni all’università. Ed è un tema che interessa tutti e quattro i capoluoghi. Si teme infatti il sovraffollamento degli autobus urbani, anche a causa del ritorno alla mobilità libera sul territorio regionale. Per questo oggi l’assessore Rosolen incontrerà i vertici delle Università di Udine e Trieste. Si punta ad evitare un rientro in massa degli studenti e a limitare se possibile la frequenza solamente agli accademici del primo anno.  Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino