Covid, la scuola all'ennesimo test. Ma gli studenti sono pessimisti: «Regole poco rispettate»

L'uscita degli studenti al rientro dopo un mese di didattica a distanza
Stanchi, stavolta con poca voglia di parlare. Preoccupati, perché come dice Giada, del liceo Leopardi-Majorana di Pordenone, «quando c’è...

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Stanchi, stavolta con poca voglia di parlare. Preoccupati, perché come dice Giada, del liceo Leopardi-Majorana di Pordenone, «quando c’è l’insegnante in classe tutti rispettano le regole, mentre quando se ne va sembra di essere come prima della pandemia». Quindi mascherina abbassata e troppa vicinanza, come si può cogliere a occhio nudo anche dalle finestre del Kennedy: allievi che mangiano in classe uno attaccato all’altro, senza protezioni. Normale, tra giovani, ma è lì che anche secondo gli studenti sta il grosso del problema. «E abbiamo paura che con il ritorno in zona gialla la scuola finisca per richiudere per i comportamenti sbagliati», spiega Jacopo, studente del Kennedy. Sono state queste, le prime impressioni raccolte fuori dalle scuole pordenonesi nel giorno della terza ripartenza in era Covid. Paura, un briciolo di speranza, tanta stanchezza. 


LE TESTIMONIANZE
Tanta pioggia, ieri in Fvg. Le misure legate ai trasporti e alla sicurezza degli spazi pubblici hanno funzionato bene, ormai sono rodate. Gli autobus aggiuntivi c’erano, i volontari della protezione civile anche. Via Interna è stata chiusa, anche se non c’era il solito affollamento a causa della falsa partenza del liceo Grigoletti. Ne parleremo in seguito. «Speriamo di concludere l’anno, questa volta non vogliamo più tornare a casa», è il commento di un’altra studentessa del Kennedy. Le fa eco la dirigente Laura Borin. «I ragazzi soffrivano e ora sono contenti di poter vivere questo momento. Vogliamo terminare l’anno e concentrarci sui ragazzi di quinta per accompagnarli all’esame di Stato. Hanno bisogno di essere seguiti. Ora possiamo contare anche sulla vaccinazione del personale scolastico, che è stata un successo». 
IL PROTOCOLLO
La Regione, com’è noto, ha emanato un protocollo che “manda” in quarantena anche i familiari degli alunni coinvolti nelle classi toccate dal contagio. «Ma il Dipartimento ci ha comunicato che a Pordenone non sarà seguita questa regola. Si procederà come prima». 
NELLE CITTÀ

Nei capoluoghi sorvegliate anche le fermate degli autobus periferiche e le stazioni. Hanno collaborato forze dell'ordine, Protezione civile e steward urbani. Il traffico è stato sostenuto per tutta la mattinata, anche a causa delle cattive condizioni climatiche. 
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Il Gazzettino