Covid, Pordenone è "salva": la provincia ha schivato la terza ondata ma resta chiusa, ecco perché

Pordenone in zona rossa
PORDENONE - Anche gli esperti ora si sbilanciano: la provincia di Pordenone si è salvata dalla terza ondata. I numeri del contagio sono bassi, ampiamente da zona gialla....

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PORDENONE - Anche gli esperti ora si sbilanciano: la provincia di Pordenone si è salvata dalla terza ondata. I numeri del contagio sono bassi, ampiamente da zona gialla. Ieri, ad esempio, sono stati trovati solamente 26 contagi sui 513 totali rilevati in regione. Una nullità. È vero, in Friuli Occidentale si fanno in media meno tamponi, ma come ripete l’epidemiologo Fabio Barbone «è una spiegazione non sufficiente». Le ragioni per le quali la provincia di Pordenone è rimasta un’isola immacolata durante la terza ondata albergano altrove.


LE SPIEGAZIONI
Come ha fatto, il Friuli Occidentale, a non subire l’influenza di un territorio - quello udinese - così pesantemente colpito dal contagio al punto da risultare in ginocchio? Il lavoro è ancora oggi sul tavolo della task force regionale. «Stiamo analizzando ogni numero e ancora non abbiamo certezze. Ma i dati non mentono: Pordenone non è in sofferenza», spiega ancora Barbone. A questo punto si apre un ventaglio, con diverse ragioni a supportare un andamento quasi unico nel panorama nazionale. Al primo posto c’è un fatto: la provincia di Pordenone è diventata arancione come il resto della regione quando però aveva numeri da giallo. È stata così evitata l’impennata che invece si era già messa in moto altrove. All’arancione, poi, è subentrato il rosso. È stato come un tappo che ha fermato il contagio laddove era già basso. Era accaduto lo stesso al Fvg intero nel marzo del 2020. E la storia si è ripetuta nel microcosmo pordenonese. Ma la spiegazione, pur degna di diritto di cittadinanza, non basta ancora.
GLI ALTRI FATTORI

C’è un secondo aspetto che può aver contato. Il Friuli Occidentale era stato pesantemente martellato dalla seconda ondata. E ora tante famiglie hanno almeno un membro con “in mano”gli anticorpi. Sono tutti ostacoli naturali di fronte al ritorno del contagio. «Infine - spiega Barbone - si tratta del territorio con l’età media inferiore rispetto al resto della regione». Il virus, quindi, si è mosso di più tra i giovani, causando meno pressione sul sistema ospedaliero. Anche questa è una spiegazione parziale, che mixata con le altre permette però di inquadrare meglio il fenomeno. La provincia di Pordenone ha un’incidenza di 168 casi su 100mila abitanti, mentre quella di Udine sfora i 384. Gorizia è a 354, Trieste a 387. La differenza è abissale. E c’entra poco anche la variante inglese, che anche qui circola nella quasi totalità dei casi. Leggi l'articolo completo su
Il Gazzettino