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PORDENONE - Operatrici no vax all’Hospice di San Vito, arriva la “stangata”. Ci saranno conseguenze pesanti, infatti, se le due operatrici socio-sanitarie contrarie al vaccino (tra cui la dipendente che ha innescato il focolaio di sette positivi) non accetteranno di sottoporsi alla protezione indotta dall’antidoto. È stato deciso ieri sulla base della nuova normativa nazionale varata dal governo Draghi, che prevede una sorta di obbligo vaccinale per chi opera a contatto con i pazienti in qualità di sanitario. In una giornata fatta di riunioni continue tra i vertici dell’AsFo e i responsabili dell’Hospice, si è arrivati al pugno duro: sono due, le operatrici contrarie al vaccino che fanno parte del focolaio dell’Hospice di San Vito. Entrambe, se non si sottoporranno alla vaccinazione entro tre mesi (così dice la norma), saranno trasferite dall’Hospice a un reparto diverso, che con ogni probabilità sarà un nucleo Covid di uno degli ospedali del territorio. In quel modo, anche se non vaccinate, non rischieranno di contagiare pazienti negativi
IRRITAZIONE
«Chi fa quel mestiere deve vaccinarsi, non ci sono scuse. E non è possibile che per questioni di privacy l’Azienda di competenza non sappia chi non si è vaccinato ma che lo sappia solo il medico di fiducia». È stato questo il commento di Riccardo Riccardi, vicepresidente della Regione e assessore alla Sanità del Fvg sul caso dell’Hospice di San Vito. «La norma nazionale è un passo avanti che auspicavo da tempo, ma non è abbastanza.
L’AZIENDA
L’Asfo, in un comunicato, ha sostenuto che anche dopo le vaccinazioni sono continuati i controlli periodici (tamponi) e che i pochi recalcitranti sono stati ripetutamente contattati. Inoltre è specificato che lo stato vaccinale è conosciuto solo dal medico competente responsabile.
LA STRUTTURA
Intanto l’Hospice è in piena emergenza. Il focolaio partito dall’operatrice no vax che ha coinvolto cinque sanitari (una contraria al vaccino, le altre in attesa dell’appuntamento) costringe la struttura a rimanere blindata con soli cinque posti attivi e il personale all’osso. La situazione, si spera, potrà tornare alla normalità solo tra 14 giorni.
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Il Gazzettino