Sessantenni, non vaccinati e con conseguenze a lungo termine: ecco chi sono i ricoverati Covid in Rianimazione

Una Terapia intensiva
Sessantenni, non vaccinati, in gravi condizioni e con l’ossigeno perennemente attaccato. In molti casi in pericolo di vita, anche se i decessi non sono mai arrivati -...

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Sessantenni, non vaccinati, in gravi condizioni e con l’ossigeno perennemente attaccato. In molti casi in pericolo di vita, anche se i decessi non sono mai arrivati - fortunatamente - ai livelli del passato. Ecco l’identikit del paziente che oggi occupa i posti della Terapia intensiva. E c’è anche chi dopo avercela fatta, dopo aver superato il momento più critico e aver ottenuto il foglio di dimissioni con tanto di tampone negativo è costretto a lasciare il reparto ancora con l’ossigeno a portata di mano. Sì, perché anche per i pazienti più “giovani” lo spettro delle conseguenze a lungo termine è più che mai reale. 


Per completare l’analisi, però, si deve partire necessariamente dai numeri, che parlano in modo chiaro. Ancora oggi, infatti, il 90 per cento dei pazienti che trovano posto in Terapia intensiva Covid è sprovvisto della vaccinazione. E l’età media combacia esattamente con una delle categorie anagrafiche che ha risposto meno alla chiamata da parte della Regione, cioè i sessantenni, che ancora oggi in Friuli Venezia Giulia sono scoperti e non hanno ricevuto nemmeno la prima dose del vaccino contro il Covid. A spaventare, poi, sono le tracce che la malattia lascia anche dopo il ricovero, anche quando dal punto di vista infettivo, l’incubo sembra finito. 


A PORDENONE


Intanto resta critica la situazione all’ospedale Santa Maria degli Angeli di Pordenone. Quello appena trascorso è stato un fine settimana particolarmente complicato, con molti ricoveri dovuti al Covid e un affollamento che in corsia rende quasi impossibile anche accogliere i pazienti negativi. Resta stabile la situazione della Medicina Due, dov’è ancora attivo il focolaio di pazienti contagiati. Infine il panorama delle Rsa, con quella dedicata al Covid di Maniago che attualmente è ancora piena, anche se le condizioni dei degenti sono notevolmente migliori rispetto a quelle che si potevano riscontrare nelle ondate precedenti della pandemia. 

 

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Il Gazzettino