Covid, ecco dove si "annidano" le sacche di infermieri no vax: l'assistenza domiciliare rischia di saltare

Luciano Clarizia, presidente dell'Ordine degli infermieri del Fvg, durante il vaccino
UDINE - Mentre in provincia di Udine, quindi in ambito AsuFc, continuano ad arrivare agli Ordini professionali le lettere che indicano il personale non vaccinato, in provincia di...

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UDINE - Mentre in provincia di Udine, quindi in ambito AsuFc, continuano ad arrivare agli Ordini professionali le lettere che indicano il personale non vaccinato, in provincia di Pordenone ecco i primi effetti concerti legati alla sospensione di 73 infermieri decisa lunedì pomeriggio dall’Ordine delle professioni infermieristiche. E anche all’interno dell’AsFo c’è un problema localizzato: esiste infatti una “sacca” di no vax che ora, a causa proprio delle sospensioni, rischia di mettere in crisi l’assistenza domiciliare della Pedemontana.

Medici no vax, sul tavolo dell'ordine le prime sospensioni. I non immunizzati sono un migliaio


IL DETTAGLIO


C’è uno zoccolo duro di infermieri contrari al vaccino (e quindi ancora non protetti) che si concentra soprattutto tra Maniago e Spilimbergo. È in quell’area che si registrano le sospensioni in capo all’Azienda sanitaria del Friuli Occidentale, quindi relative al servizio pubblico. Si tratta di professionisti che lavorano (lavoravano, ora fino alla vaccinazione non possono farlo) a domicilio, nell’ambito dell’assistenza domestica. Medicazioni, iniezioni, casa per casa. E senza vaccino. Ora però si apre un bel problema: il personale non è infinito e lo stesso servizio di assistenza domiciliare nella zona pedemontana del Friuli Occidentale rischia di essere almeno rallentato. Per questo l’Azienda sanitaria aveva chiesto all’Ordine delle professioni infermieristiche di procedere con cautela, come sta facendo l’Ordine dei medici. La linea seguita, invece, è stata quella del pugno duro immediato. 


GLI ANZIANI


Un altro punto caldo è rappresentato dalle case di riposo. E questo per due motivi. C’è innanzitutto un nodo che a quanto pare è quasi impossibile da sciogliere. Molti degli infermieri che lavorano nelle case di riposo della regione, non sono iscritti agli ordini professionali locali, ma magari a quelli di altre regioni. Ecco, tutti loro non sono sospesi, perché la decisione ha valenza a seconda della sezione di appartenenza dell’ordine. Ancora oggi, anche a Pordenone, lavorano quindi degli infermieri non vaccinati a contatto con i pazienti anziani e fragili. Il secondo problema riguarda invece i professionisti che sono già stati sospesi. Le case di riposo, infatti, devono già fronteggiare una gravissima emergenza, data dalla “fuga” degli infermieri stessi verso le graduatorie delle Aziende sanitarie. E i nuovi ammanchi rischiano ora di complicare non poco la compilazione dei turni e quindi la gestione pratica dell’assistenza agli anziani ospitati nelle strutture. 


IL CALCOLO


Intanto nelle prossime ore arriveranno all’Ordine degli infermieri nuovi nominativi di professionisti non vaccinati. I primi 73 infermieri sospesi rappresentano solo l’inizio dell’operazione. Nel Pordenonese gli operatori a rischio sono 101, molti di più quelli che in queste ore potrebbero ricevere la lettera in provincia di Udine. Un ultimo dettaglio riguarda ancora la situazione nel Friuli Occidentale. Secondo i calcoli effettuati dai vertici dell’Ordine delle professioni infermieristiche, infatti, 53 dei 73 professionisti sospesi hanno più di 65 anni. Quindi sono tecnicamente in pensione, anche se rimanevano iscritti all’ordine e in molti casi prestavano ancora qualche forma di assistenza. 

 

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Il Gazzettino