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Ansiosi di potersi vaccinare, in primis di proteggersi ma ovviamente anche di viaggiare, rivedere gli amici, in pillole, vivere. Con una particolarità: nel recente passato sono già stati contagiati dal Covid, e per questa banale ragione hanno effettuato solo una dose del vaccino, come richiede il protocollo del ministero della Salute. Il loro ciclo vaccinale è a tutti gli effetti completo: non hanno infatti bisogno del richiamo, dal momento che la risposta anticorpale per un guarito è sufficiente dopo una sola somministrazione. Quindi possono tranquillamente ricevere il green pass identico a quello che viene scaricato dalla persona che ha effettuato prima dose e richiamo del vaccino. È così? Dovrebbe. In realtà non va proprio in questo modo, e in Friuli Venezia Giulia ci sono centinaia di persone “prigioniere” di un green pass ancora parziale, nonostante non effettueranno mai un richiamo in quanto guarite.
I DETTAGLI
La storia la racconta Alessandro, volto noto del calcio dilettantistico locale con un passato da collaboratore anche al Pordenone. Ma è quella di tanti cittadini. Si inizia dalla malattia. «A marzo - spiega - mi sono beccato il Covid». Era l’inizio della terza ondata, niente di così strano. «Appena è stato possibile (ha più di 40 anni, ndr) ho scelto convintamente di vaccinarmi.
GLI SVILUPPI
Viene interpellata anche la segreteria della Prefettura, ma una soluzione non si trova. Nel frattempo, in tutta Europa, si inizia a pensare all’estensione del green pass per molte attività (ristorazione, concerti, stadi, trasporti pubblici) e soprattutto alla limitazione della sua validità alle persone che hanno completato il ciclo vaccinale. Le cose si complicano, perché secondo il “sistema” Alessandro non è completamente vaccinato, anche se di fatto lo è. «Secondo la Regione (il portale Sesamo, ndr) è tutto a posto, perché il certificato locale riconosce l’unica dose come definitiva. Ma l’unico green pass che mi è concesso ora è invece quello legato alla guarigione, che però scadrà il 28 agosto. Da quel momento, cosa farò?». Tecnicamente rischia di rimanere scoperto e quindi fuori dalle attività riservate ai vaccinati.
CASI SIMILI
Come detto, sono centinaia (se non di più) le persone nelle sue stesse condizioni. E ora chiedono che la situazione possa essere risolta in breve termine. C’è infatti chi ha ricevuto il classico messaggio (sms) da parte del ministero della Sanità con il codice per scaricare il green pass. Nel documento, però, c’è scritto “una dose di due, in attesa del richiamo”. Di fatto, quindi, si è in presenza di un “passaporto sanitario” incompleto. E soprattutto di un grossolano errore. Molte persone si sono rivolte ai numeri verdi per l’assistenza e legati all’emergenza Covid, come il 1.500. Sono stati promessi aggiornamenti da parte del ministero, ma al momento non è ancora così.
Le conseguenze sono pesanti, perché si rischia di escludere tante persone dalla vita sociale una volta che il green pass diventerà di fatto obbligatorio in molte occasioni.
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Il Gazzettino