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I timori in questo caso si allungano, come una cappa di nebbia sulla stagione fredda. Sì, perché adesso si può ancora stare comodamente seduti fuori, al bar o al ristorante, ma con il primo abbassamento delle temperature il problema emergerà in tutta la sua portata: i controlli per il Green pass nei locali non sono assolutamente adeguati ed è sempre più concreto il rischio che possano circolare certificati falsi, o meglio “ceduti” da terzi a persone che non avrebbero né diritto, né titolo per avere in mano il “passaporto”. In poche parole, persone non vaccinate e non testate potrebbero affollare locali chiusi aggirando le norme. E la denuncia arriva proprio dai protagonisti stessi dei controlli: i baristi e i ristoratori.
I “TRUCCHI”
Le chat di Telegram, anche in Friuli Venezia Giulia, sono piene di contatti (poco affidabili) che propongono certificazioni a vari prezzi. Ma l’allarme lanciato da baristi e ristoratori in realtà è un altro. Riguarda un “trucco” molto più semplice. «Temiamo che molte persone possano prendere “in prestito” il Green pass di un’altra persona per entrare nei locali», spiegano dalle associazioni sia di Udine che Pordenone.
L’AMMISSIONE
I controlli non funzionano. O meglio, l’autonomia lasciata agli esercenti non permette di garantire la sicurezza. I commercianti possono chiedere i documenti a supporto del Green pass solamente in caso di «evidenti incongruenze». Ma non avviene praticamente mai. E le forze dell’ordine non possono essere ovunque e in qualsiasi momento. Un problema, questo, che ora rischia di riproporsi anche nelle aziende e in generale nei luoghi di lavoro, dove dal 15 ottobre sarà obbligatorio il certificato per poter operare. Chi controllerà effettivamente la corrispondenza del Green pass con l’identità del possessore? Facile nelle aziende più strutturate, meno nelle piccole realtà.
IL SEGNALE DI SPERANZA
La prospettiva della riapertura al 75 per cento è un segnale confortante che aiuterà molto gli spettacoli dal vivo, anche se i primi riscontri tra gli abbonati sono già positivi perché il Friuli Venezia Giulia è una terra di gente che ama la cultura; è anche la regione in Italia dove si legge di più, ma l’impoverimento del linguaggio è comunque dilagante e il teatro contribuisce, sia con opere classiche che contemporanee, a contrastarlo. Lo ha sottolineato l’assessore regionale alla Cultura Gibelli alla presentazione dei cartelloni delle 28 stagioni di prosa, musica e danza che fanno capo all’Ert-Ente regionale teatrale e che contano quest’anno 195 le giornate recitative, 170 dedicate alla prosa, 11 alla danza e 14 alla musica; 77 i titoli in cartellone, 60 di prosa, 7 di danza e 10 di musica. I cartelloni del circuito Ert nascono all’insegna del motto Insieme a Teatro un messaggio di buon auspicio per il futuro dopo due stagioni in cui la programmazione è stata stravolta.
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Il Gazzettino