Covid, basta tamponi a pioggia: Fedriga apre alla svolta. «Ascoltiamo la richiesta dei medici»

Massimiliano Fedriga
Poche parole, ma significative. Vogliono dire - senza dirlo compiutamente - che la massima autorità politica e decisionale della Regione si fida prima di tutto della...

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Poche parole, ma significative. Vogliono dire - senza dirlo compiutamente - che la massima autorità politica e decisionale della Regione si fida prima di tutto della scienza (e questo è un punto che durante la pandemia è sempre stato rispettato, anche di fronte a critiche a volte violente) e che in secondo luogo le richieste devono essere ascoltate. Specie quando arrivano dai massimi esperti della materia, che in questo caso sono i “detective” del Covid in Friuli Venezia Giulia. Le parole, importanti, sono quelle di Massimiliano Fedriga, presidente della Regione e (cosa non di poco conto in questo caso) della Conferenza che unisce i territori italiani. E riguardano l’appello rivelato ieri che proviene dagli infettivologi del Friuli Venezia Giulia, i quali spingono per abolire il sistema dei tamponi erga omnes, per concentrarsi solamente sui sintomatici e quindi non bloccare più il sistema. 


L’ASSIST


Fedriga parla così. «I primari che scrivono l’appello alla Regione - ha detto ieri mattina il presidente - sono professionisti che reputiamo di indubbio valore. Hanno certamente grandi capacità sulla materia. Faremo tutte le valutazioni tecniche del caso». In altri tempi non sarebbe stato minimamente possibile. Primo perché dai professionisti dell’epidemiologia non sarebbe mai arrivata una richiesta simile e in secondo luogo perché la politica sarebbe stata estremamente cauta nel liberalizzare la circolazione di un virus che allora si mostrava alla popolazione con il suo volto più cattivo, quello delle Terapie intensive e dei ricoveri a pioggia. 


LA PARTITA


Ieri in serata si è riunita una task force ad hoc in Direzione salute. L’argomento all’ordine del giorno era proprio questo: tamponi per tutti o solo ai sintomatici? Erano presenti anche il vicepresidente e assessore alla Salute Riccardi e il capo della task force stessa Fabio Barbone. Al momento la sanità del Friuli Venezia Giulia è divisa tra due anime: c’è chi vorrebbe liberalizzare il sistema dei tamponi, come gli infettivologi, e chi invece rappresenta il partito della massima cautela, specie in un momento in cui la circolazione virale risulta ancora molto elevata. Ma l’argomento è sul piatto, anche se bisognerà vincere soprattutto le resistenze del governo, rappresentate dalla posizione da sempre oltranzista del ministero della Salute amministrato da Roberto Speranza. 


IL QUADRO


La situazione, oggi, non è quella che si vedeva in regione tempo fa. I contagi, è vero, sono aumentati di nuovo e sembra proprio di essere nel bel mezzo di un’anomala (almeno per gli scorsi due anni di pandemia) ondata estiva di Covid. Ma è altrettanto vero il fatto che ai contagi sempre più spesso non seguono i ricoveri. Ecco perché gli infettivologi spingono per una netta distinzione tra asintomatici (da lasciare “in pace”) e sintomatici da proteggere e tracciare, con specifico riferimento ai più fragili. 


Intanto ieri su 1.206 tamponi molecolari sono stati rilevati 144 nuovi contagi. Sono inoltre 1.194 i test rapidi antigenici realizzati, dai quali sono stati rilevati 340 casi. Le persone ricoverate in terapia intensiva sono 9 mentre i pazienti ospedalizzati in altri reparti sono 166. Tre decessi, secondo la seguente suddivisione territoriale: 1 a Udine; 1 a Pordenone; 1 a Gorizia. Il numero complessivo delle persone decedute dall’inizio della pandemia è 5.162, con la seguente suddivisione territoriale: 1.293 a Trieste, 2.419 a Udine, 974 a Pordenone e 476 a Gorizia. Dall’inizio della pandemia in Friuli Venezia Giulia sono risultate positive complessivamente 406.157 persone.

 

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Il Gazzettino