Positivo al Covid un dipendente di Gls, azienda di consegne: allarme per un possibile focolaio

La sede dell'azienda Gls di Rovigo dove un dipendente è risultato positivo
ROVIGO Scoppia il caso Coronavirus nella sede Gls Rovigo. Sono ore di passione per i dipendenti dell’azienda che si trova a Granzette, in via Chiarugi. La positività...

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ROVIGO Scoppia il caso Coronavirus nella sede Gls Rovigo. Sono ore di passione per i dipendenti dell’azienda che si trova a Granzette, in via Chiarugi. La positività di un autista al Covid-19 ha fatto scattare l’allarme e immediate sono state le procedure di sicurezza. Ieri i magazzini sono stati sanificati e igienizzati: sono rimasti a casa, in sosta forzata, almeno una trentina di persone tra autisti e magazzinieri. La Gls rimarrà chiusa anche oggi, con attivi solamente gli uffici e il servizio di scarico merci, ma le consegne esterne non saranno effettuate. La notizia ha scatenato il panico tra i clienti e i centralini sono stati subissati dalle telefonate per avere spiegazioni e ulteriori informazioni sulla merce non consegnata.

IL CONTAGIO
L’uomo trovato positivo al Coronavirus aveva accusato i primi sintomi nei giorni scorsi e non era più andato a lavorare. L’attività è proseguita regolarmente fino a mercoledì pomeriggio, alla sera l’amara sorpresa è stata comunicata nei gruppi WhatsApp: la responsabile, Lucia Zuin, ha avvisato gli autisti del caso di positività e che autisti e magazzinieri, come da procedura anti Covid, non avrebbero dovuto recarsi al lavoro nella giornata di giovedì. Attivi sono rimasti solamente due-tre corrieri, in ferie nelle precedenti settimane e che non avevano avuto contatti con l’autista: la decisione di mantenere operativi gli uffici è stata presa dai vertici, visto che la zona della segreteria è staccata dai magazzini. E adesso sono previsti tamponi a raffica per tutti gli autisti, che si recheranno questa mattina dalle 9 alle 15 all’ospedale San Luca di Trecenta, per effettuare il test. La paura è quella che dal primo contagio possa divampare un focolaio nell’azienda, ma al momento nessuno dei colleghi di lavoro accusa sintomi riconducibili al Covid-19. Sono ore frenetiche, piene d’ansia e di dubbi.
LA TESTIMONIANZA
Uno degli autisti della Gls Rovigo racconta che «la situazione era normale fino a mercoledì sera, quando siamo stati avvisati che il giorno successivo saremo dovuti rimanere a casa. Io e gli altri colleghi siamo stati contattati giovedì mattina dall’Ulss 5, in precedenza avvisata dalla nostra ditta. L’azienda sanitaria ci ha rivolto alcune domande e ha detto, a tutti gli autisti e magazzinieri, di presentarsi venerdì (oggi, ndr) all’ospedale San Luca di Trecenta per fare il tampone. È difficile rimanere tranquilli, anche se siamo tutti asintomatici, ma siamo padri di famiglia e alcuni di noi, a casa, hanno i genitori anziani».
L’autista confessa alcuni timori. «L’esito del tampone arriverà entro 24 ore e se tutto va bene, quindi, lunedì mattina potremo tornare a lavorare perché al sabato e alla domenica la sede di Rovigo è chiusa. Tuttavia l’Ulss 5 ci ha già anticipato che dall’11 settembre in poi verremo convocati per un secondo test. Sempre dall’azienda sanitaria ci è stato comunicato di spostarci in questi giorni solo per andare al lavoro ed evitare altri contatti: abbiamo paura di essere asintomatici e risultare positivi al secondo tampone, c’è il rischio, nel frattempo, di lavorare e contagiare altre persone, ma speriamo non accada».
La sede della Gls negli ultimi anni ha ampliato gli spazi e l’area è sufficientemente grande da rispettare le distanze di sicurezza, come spiega il dipendente: «Già prima dell’emergenza Coronavirus lavoravamo ad almeno due metri di distanza e tutti gli autisti disponevano la merce a ferro di cavallo: abbiamo due magazzini molto grandi, mentre gli uffici sono staccati. Siamo sempre stati attenti nell’adottare le misure di protezione durante la pandemia sanitaria, ma alcuni clienti non hanno compreso la particolarità del momento: abbiamo sempre indossato le mascherine, la firma dei pacchi non era più prevista e i soldi andavano appoggiati sul portone per evitare altri contatti».

Nonostante i ripetuti tentativi telefonici, è stato impossibile parlare con la responsabile della Gls Rovigo, Lucia Zuin, per avere informazioni sulla vicenda e la chiusura dei magazzini.
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Il Gazzettino