Morta di Covid, focolaio nell'azienda agricola: scattata la multa

Una foto d'archivio della vendemmia affidata sempre più spesso a braccianti a tempo
VALDOBBIADENE - Un mese fa la morte improvvisa di una bracciante, con tampone positivo e la scoperta del focolaio Covid nelle Colline del Prosecco. Adesso per l’azienda...

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VALDOBBIADENE - Un mese fa la morte improvvisa di una bracciante, con tampone positivo e la scoperta del focolaio Covid nelle Colline del Prosecco. Adesso per l’azienda vinicola Marsura Natale di Valdobbiadene è arrivata la sanzione. Una multa da 1.200 euro proprio per violazioni del protocollo anti Covid. Mentre una serie di altre presunte irregolarità sempre in materia di sicurezza sul luogo di lavoro sono ancora al vaglio dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro (Nil) di Treviso. I controlli dei militari, sono scattati nell’immediatezza del caso. All’azienda sono state contestate violazioni per quanto riguarda la gestione di persone sintomatiche, ma anche l’informazione ai lavoratori sulle regole da osservare in ottica anti contagio e le modalità di ingresso in azienda. Mancava infatti la cartellonistica obbligatoria e le norme per limitare la diffusione del virus non sono state applicate in toto. Aspetti che potrebbero aver favorito il contagio, per quanto il virus sembra sia stato “importato” dall’esterno, con i lavoratori rumeni contagiati già durante il viaggio dalla Romania verso le Colline del Prosecco. 


IL CLUSTER 

A svelare il cluster era stato il decesso improvviso, per arresto cardiaco, di una 48enne rumena, conosciuta da tutti come Nina, “trasfertista” della vendemmia. Era morta il 2 ottobre scorso nella stanza messa a disposizione dai titolari dell’azienda agricola Marsura Natale di Guia, frazione di Valdobbiadene. Nina non si era vaccinata ed era arrivata nella Marca il 17 settembre scorso, in pullman, insieme ad altri 14 connazionali, arruolati nella stessa azienda. Dopo aver sottovalutato i primi sintomi dell’infezione, il suo cuore si è improvvisamente fermato. Il tampone eseguito dal personale del Suem118 aveva poi evidenziato il contagio. Nel frattempo il virus aveva già colpito la sua compagna di stanza, 45 anni, anche lei proveniente dalla Romania e non vaccinata. Quest’ultima era stata trasportata d’urgenza in Terapia intensiva. L’Usl 2 non aveva perso tempo, avviando subito lo screening così da mappare il contagio e circoscriverlo all’interno del cluster, composto da 20 persone: 15 stagionali e 5 tra titolari e addetti dell’azienda. Cinque i contagi complessivi: la deceduta, la compagna di stanza e altri tre, che fortunatamente hanno avuto sintomi lievi e una bassa carica virale. Non è chiaro se la 48enne sia morta solo di Covid ma il virus potrebbe averne aggravato il quadro clinico. Comunque sia, la tragedia della sua morte improvvisa ha fatto sì che il cluster fosse scoperto, accendendo i riflettori sul problema della sicurezza in chiave anti Covid quando ancora non era ancora entrato in vigore l’obbligo del Green pass nelle aziende, scattato il 15 ottobre scorso. 


TAMPONI FACOLTATIVI

«Se nei giorni prima aveva sintomi non ce lo ha detto. Quel venerdì era rimasta a casa perché non si sentiva bene - aveva spiegato il titolare Bernardino Marsura, titolare dell’azienda -. L’abbiamo trovata morta nel pomeriggio». L’azienda non aveva provveduto ai tamponi dei lavoratori stranieri. «Non era obbligatorio» - si erano giustificati. Ma caldamente raccomandato sì, proprio in vista dei possibili cluster legati alla vendemmia. 

 

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Il Gazzettino